La gioventù che partecipa-Oderzo

18 settembre 2006

Teleindipendente


Mi capita ancora di sentire gente che, con un certo orgoglio, afferma di non avere la televisione in casa e di non volerla avere perché tanto è inutile e piena di schifezze. Per carità uno a casa sua fa quello che vuole, sono il primo a dirlo. Però mi permetto di far notare che affermazioni come quella sopra sono frutto di ignoranza. Magari uno non se ne rende conto nemmeno, ma è così. D’accordo, è vero che per la maggior parte del tempo la televisione è colma di programmi inguardabili, ma la televisione non è solo questo. Dovete pensarla come ad uno strumento che, se usato nel modo sbagliato, fa ovviamente male, se usato in modo corretto, invece, fa bene eccome! Pensate al cinema inteso come arte: il mezzo per conoscerlo è, soprattutto, la televisione. I film di grandi registi come Kubrick, Tarantino, Fellini, Monicelli, Comencini, Salce, Huston, Wilder, Welles, Scorsese, Pollack, Burton, Spielberg, per citare i primi che mi vengono in mente, si possono conoscere soprattutto grazie alla televisione. E questa non è forse cultura? Non da forse una meravigliosa sensazione guardare un buon film sia che faccia riflettere, sia che faccia divertire? Forse non si usa la parola “capolavoro” anche per questo tipo di opere? Fare un vanto di non avere la televisione è come essere orgogliosi di non avere una seppur piccola biblioteca in casa, pensando che le biblioteche siano fatte di riviste di gossip e tralasciando opere immense come quelle di Dante, Manzoni, ecc. La televisione è tutt’atro che da buttare fuori dalla finestra. Il punto è che bisogna saperla usare, bisogna saper selezionare, sapere dove cercare. E, questo sì lo ammetto, al giorno d’oggi, nel mare di immondizia televisiva, non è una cosa tanto facile.

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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