La gioventù che partecipa-Oderzo

13 gennaio 2007

Il mondo delle favole


La fantasia è una cosa meravigliosa. È capace di portarci in un mondo lontano in cui tutto è perfetto, tutto è bello, brillante, splendido splendente. Ci trasporta in mondo di favole che ci rapisce e ci affascina, dal quale non vorremo mai andarcene. E la cosa meravigliosa è che anche noi opitergini viviamo in questo mondo fantastico. Magari senza accorgercene, magari senza volerlo. Ma è così, credetemi.
Viviamo in una città delle favole in cui non sono i vigili che controllano i delinquenti ma i normali cittadini . In cui basta un solitario e valoroso, ai miei occhi mitico, vigile d’argento per fermare i criminali dell’ambiente (V. Gazzettino del 18 Ottobre).
Un mondo in cui lo stesso indomito vigile d’argento una volta individuato il responsabile della violazione, deve chiamare i vigili dell’urbe scintillante, che per una strana circostanza del destino non ci sono nel senso che non ce ne sono proprio! In cui il criminale attende con pazienza assieme al vigile d’argento l’arrivo del primo vigile dell’urbe disponibile così che quando finalmente egli arriva a fargli la multa possano tutti insieme sorridere alla vita!
Quanto vigore poi in questi vigili dell’urbe sfavillante che in 7, come i samurai di Kurosawa (v. Gazzettino del 17 Novembre), al loro pari sono dotati della forza dei 20 che dovrebbero essere secondo la legge aurea, ma che per quel citato caso destino 20 non sono.
Ma ben vi accorgerete, oh amici cari, dell’irrealtà di questo immaginifico mondo soltanto quando scorgerete, ben nascosto, un reggente nostro (V. Gazzettino del 18 Ottobre). Se ne sta vicino al sottopasso di San Vincenzo da giorni, fermo e accovacciato, aspettando che arrivi quel birbone che ogni volta vi getta le immondizie. E siccome questo è solo un sogno, o quanto meno voglio convincermi che lo sia, mi piace immaginarli mentre si rincorrono allegramente, eterni amici-nemici, lungo quel percorso imprevedibile che è la vita come nelle più belle commedie agrodolci.

Alessandro Marchetti

Etichette:


 

Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.