La gioventù che partecipa-Oderzo

11 dicembre 2007




007 Casino Royale (di Martin Campbell)

Un film senza pretese, con alcuni spunti originali, che c’entra, pur con i suoi limiti, nell’obiettivo di divertire.

Di “Casino Royale”, l’ultima avventura cinematografica dell’ormai leggendario agente segreto 007, se n’è parlato davvero molto. E questo lo si deve soprattutto al fatto che il “testimone” è passato ad un nuovo attore, Daniel Craig.
In molti erano scettici nei confronti di questo cambiamento e in generale circa la riuscita di questo fim ed invece le sorprese ci sono state, eccome.
Innanzitutto Craig impersona molto bene il James Bond che regista e sceneggiatori hanno voluto ridisegnare. Certo è inutile fare paragoni con l’agente 007 interpretato da Sean Connery, però lo sguardo freddo di Craig nonché il suo atteggiamento impassibile e irriverente, lo rendono decisamente più convincente di chi lo ha preceduto, Brosnan, e in qualche modo creano una nuova immagine del nostro agente segreto, particolarmente funzionale ai dialoghi e alle situazioni cruente di questo ultimo film.
Oltre a ciò, anche a livello di regia molte sono le trovate interessanti. Dal prologo in bianco e nero che strizza l’occhio, quanto a stile, al cinema noir e che per durezza e violenza delle scene sembra rifarsi al pulp; alle scene di azione, numerose come non poteva che essere, sempre mozzafiato e ben girate.
Precisato questo, va detto che degli errori sono comunque presenti in questa pellicola. E ciò che colpisce è che si tratta di banalità facilmente evitabili.
In particolare, si può muovere più di qualche critica al ritmo narrativo che tende ad essere, soprattutto verso la fine, mal equilibrato.
Infatti dopo le scene al Casinò, il film si perde in una serie, neanche troppo breve, di baci, abbracci e dialoghi sentimentali che tendono a confondere lo spettatore che non sa se aspettarsi ancora qualche scena d’azioni o semplicemente un “...e tutti vissero felici e contenti”.
Inoltre seppure visivamente molto riuscita, proprio l’azione, a causa della situazione e dell’ambientazione in cui avviene, diventa qualche volta involontariamente comica. Il crollo di un palazzo a Venezia rende l’idea.
Tutto sommato, comunque, va detto che l’obiettivo di questo genere di prodotti cinematografici è divertire e questo “Casino Royale” riesce, pur con i suoi limiti, nell’intento.
Un film, perciò, godibile, con alcuni spunti originali e senza pretese.

Alessandro Marchetti

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