I nuovi sovrani
Con il suo tipico stile ironico e satirico, nonché (questa volta più che mai) dissacrante, Beppe Grillo nel post del 23 gennaio ha dedicato un discorso ai poveri. Un discorso che lui stesso definisce “proto evangelico”, anzi ”più proto che evangelico”. Ne riporto alcuni passi.
“Il discorso della mezza montagna.
Beati i deboli, perché di essi sono le periferie.[…]
Beati i deboli, perché erediteranno i debiti dei genitori.
Beati i deboli che hanno fame e sete della ingiustizia, perché saranno saziati.[…]
Beati i deboli, perché saranno chiamati populisti.[…]
Beati voi deboli quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, vi diranno demagoghi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra funzione sociale: quella di prenderlo nel c..o.”
Già, un gran bella funzione sociale. Ma a dire la verità più che “sociale” direi che è una funzione “economica”. Perché quando penso ai grandi problemi dell’inquinamento (effetto serra, polveri sottili) generati dalle fonti non rinnovabili; quando penso agli inceneritori costruiti peraltro con soldi nostri che venivano addebitati nelle bollette come incentivo alle fonti rinnovabili e “assimilate”; quando penso alla scarsa considerazione delle energie alternative; quando penso all’indulto e ai reati finanziari che copriva pur essendo questo logicamente al di fuori delle pure assurde ragioni che lo motivavano; quando penso alle tante guerre che si combattono nel mondo, non riesco a giungere ad altra conclusione che questa: gli interessi economici, ecco chi sono i nuovi (e vecchi) sovrani.
Perciò la conseguenza è sempre la stessa: se non conti i soldi, non conti niente.
E allora mi vengono in mente le parole di Voltaire che, senza troppa sorpresa e meraviglia a dire il vero, diceva: “è impossibile, nel nostro sciagurato globo, che gli uomini che vivono in società non siano divisi in due classi: dei ricchi che comandano, dei poveri che ubbidiscono.[…] Tutte queste guerre [cioè quelle che nascono per cambiare lo stato delle cose] finiscono presto o tardi con l’asservimento del popolo: perché i potenti hanno il denaro, e il denaro è padrone di tutto in uno Stato[…]. L’uguaglianza è dunque al tempo stesso la cosa più naturale, in linea di diritto, e la più chimerica in fatto. Certo ogni uomo, nel suo intimo, ha diritto di credersi interamente uguale agli altri uomini: non ne consegue che il cuoco di un cardinale debba ordinare al suo padrone di fargli la cena”.
Io partecipo
Alessandro Marchetti
Con il suo tipico stile ironico e satirico, nonché (questa volta più che mai) dissacrante, Beppe Grillo nel post del 23 gennaio ha dedicato un discorso ai poveri. Un discorso che lui stesso definisce “proto evangelico”, anzi ”più proto che evangelico”. Ne riporto alcuni passi.
“Il discorso della mezza montagna.
Beati i deboli, perché di essi sono le periferie.[…]
Beati i deboli, perché erediteranno i debiti dei genitori.
Beati i deboli che hanno fame e sete della ingiustizia, perché saranno saziati.[…]
Beati i deboli, perché saranno chiamati populisti.[…]
Beati voi deboli quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, vi diranno demagoghi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra funzione sociale: quella di prenderlo nel c..o.”
Già, un gran bella funzione sociale. Ma a dire la verità più che “sociale” direi che è una funzione “economica”. Perché quando penso ai grandi problemi dell’inquinamento (effetto serra, polveri sottili) generati dalle fonti non rinnovabili; quando penso agli inceneritori costruiti peraltro con soldi nostri che venivano addebitati nelle bollette come incentivo alle fonti rinnovabili e “assimilate”; quando penso alla scarsa considerazione delle energie alternative; quando penso all’indulto e ai reati finanziari che copriva pur essendo questo logicamente al di fuori delle pure assurde ragioni che lo motivavano; quando penso alle tante guerre che si combattono nel mondo, non riesco a giungere ad altra conclusione che questa: gli interessi economici, ecco chi sono i nuovi (e vecchi) sovrani.
Perciò la conseguenza è sempre la stessa: se non conti i soldi, non conti niente.
E allora mi vengono in mente le parole di Voltaire che, senza troppa sorpresa e meraviglia a dire il vero, diceva: “è impossibile, nel nostro sciagurato globo, che gli uomini che vivono in società non siano divisi in due classi: dei ricchi che comandano, dei poveri che ubbidiscono.[…] Tutte queste guerre [cioè quelle che nascono per cambiare lo stato delle cose] finiscono presto o tardi con l’asservimento del popolo: perché i potenti hanno il denaro, e il denaro è padrone di tutto in uno Stato[…]. L’uguaglianza è dunque al tempo stesso la cosa più naturale, in linea di diritto, e la più chimerica in fatto. Certo ogni uomo, nel suo intimo, ha diritto di credersi interamente uguale agli altri uomini: non ne consegue che il cuoco di un cardinale debba ordinare al suo padrone di fargli la cena”.
Io partecipo
Alessandro Marchetti
Etichette: Informazione, Politica nazionale