La gioventù che partecipa-Oderzo

29 luglio 2008

Pensieri riflessi


Dopo un anno e mezzo di blog, avendo pubblicato un discreto numero di articoli, tanto miei quanto di altre persone che hanno gentilmente collaborato per arricchire di contenuti questo innovativo luogo di discussione, mi è sembrato giusto selezionare i pezzi più interessanti e riunirli in una raccolta.
Da questa idea ne è nato un libro che ho voluto intitolare “Pensieri riflessi”.
I molti “perché” legati a questo libro li ho raccontati nella prefazione che ho riportato sotto e che vi invito a leggere.
Questo libro non è in vendita, ma è scaricabile gratuitamente cliccando qui o nella sezione “il blog sulla carta” e, come gli articoli fin qui pubblicati, è protetto dalla licenza Creative Commons che permette di far circolare le idee con molta libertà. Perciò potete tranquillamente stamparlo, farne copie, inviarlo ai vostri amici.
Ovviamente il mio consiglio è di scaricarlo e sfogliarlo sia perché spero che quanto vi è scritto possa farvi pensare e anche un po’ divertire; sia perché troverete all’interno una serie di illustrazioni, a partire dalla copertina, davvero irresistibili, realizzate gentilmente dalla mia amica vignettista Alberta Tessarolo, che impreziosiscono varie pagine del libro.
Non una semplice raccolta, quindi, questo “Pensieri riflessi” ma anche qualcosa di più che mi auguro apprezzerete.
Ringrazio coloro che con me hanno lavorato e che hanno sostenuto questa iniziativa
A voi tutti una buona lettura!


Prefazione


È passato circa un anno e mezzo da quando ho intrapreso l’avventura de “la gioventù che partecipa” e del relativo blog oderzopartecipa.it, e sono contento ed insieme sorpreso di vedere che il volume degli articoli scritti finora non è poi così ridotto, tutt’altro.
Ricordo bene che all’inizio c’era in me molto entusiasmo, tanta voglia di comunicare delle idee, di seguire certi principi. C’era una meta, insomma, e il desiderio di raggiungerla, ma non sapevo quale percorso avrei compiuto, in cosa mi sarei imbattuto lungo questa strada, quanto distante sarei riuscito ad andare.
Ma, e come è ho detto la cosa mi rende molto felice e piacevolmente sorpreso, di cose ne sono state scritte, sono stati offerti parecchi spunti di riflessione che talora hanno anche dato vita a varie discussioni e nuove riflessioni sia all’interno che, e soprattutto, fuori dal blog.
E ciò a conferma che è assolutamente vero che “la partecipazione stimola la discussione, favorisce il passaggio di conoscenze e informazioni”, che “la nostra preziosa libertà ha un senso, se la si usa”, che libertà, per usare le parole di Giorgio Gaber, è partecipazione.
Ora, lungi dal prendermi tutto il merito di questa positiva iniziativa e, nel suo piccolo, della sua riuscita, va detto che molto di quello che è stato scritto e fatto si deve alla gentilezza e alla disponibilità delle molte persone che hanno collaborato con dedizione lungo questo arco di tempo.
E vale la pena sottolineare che tutti gli articoli che leggerete sono stati realizzati gratia et amore Dei, per il semplice piacere di comunicare dei pensieri e delle conoscenze. Tutti coloro che hanno contribuito con i loro scritti lo hanno fatto guidati da una passione sincera ed autentica ed anche dal dovere morale, che è il più forte di tutti i doveri, di dire cose che sentivano di dover trasmettere agli altri.
Ecco, credo che questo sia davvero un punto importante. Alla domanda “perché io e coloro che con me hanno lavorato, abbiamo scritto quello che è contenuto in questo libro” come potremmo rispondere? Forse perché avevamo l’obbligo, che non fosse appunto morale, di dire certe cose, magari in un certo modo e magari ancora di nasconderne altre? Forse perché dovevamo accontentare questa o quest’altra persona? Forse perché questo ce lo aveva domandato qualcuno o, peggio ancora, ordinato?
Se abbiamo scritto qualcosa è semplicemente perché ci abbiamo sinceramente creduto o perché abbiamo determinate esperienze o competenze che ci hanno permesso di parlare con una certa cognizione di causa. E se ci fosse artificiosità nelle nostre parole, lo si avvertirebbe perché avremmo di certo commesso qualche “errore” quale un eccesso di servilismo, una lode sperticata quantomeno inopportuna, una critica immotivata. Senza fare gli “avvocatini” di nessuno e senza nemmeno degenerare in un qualunquismo di qualsiasi sorta, abbiamo sempre cercato di ragionare e motivare le nostre convinzioni, ben sapendo che “la fiducia è una cosa preziosa” che “si fatica moltissimo per guadagnarla e basta pochissimo per perderla” e che per questo “è un bene raro”.
A voi, poi, il compito di giudicare.
Ciò detto, va subito chiarito che in questo libro non troverete “verità assolute”, e non potrebbe che essere così.
Una cosa sono il metodo e le intenzioni, altra cosa i risultati a cui si perviene. E se è ben vero che ho sempre cercato di motivare con cura le mie posizioni, sono altrettanto cosciente che si tratta in ogni caso di opinioni, per ciò stesse condivisibili, criticabili, rivedibili e integrabili.
Qualche tempo fa mi scrisse una classe delle scuole medie per comunicarmi le riflessioni che erano state svolte in aula dopo la visione di un film che avevo consigliato, Super-size me di Morgan Spurlock, che riguarda l’alimentazione e le tecniche di marketing.
A questi ragazzi, dopo aver parlato delle potenzialità dei blog e dei siti internet nell’ambito dell’informazione e fermo restando che, lo aggiungo adesso, questi rimangono pur sempre strumenti che vanno riempiti di un buon contenuto essendo comunque questa la cosa più importante, scrissi le parole che seguono: “Il mio obbiettivo quando ho iniziato a scrivere e pubblicare i miei articoli, che nel gergo del blog si chiamano “post”, era proprio quello di offrire dei temi su quali poter discutere e confrontarsi così che ognuno, io per primo, potesse formarsi un’idea.
Ovviamente non ho mai la presunzione che quello che dico sia la verità assoluta e indubitabile. Ricordatevi che ognuno esprime delle opinioni, dei modi di pensare su una cosa secondo punti di vista diversi, che possono essere condivisi, o anche criticati, oppure ancora sviluppati. Ed è proprio la discussione, che presuppone il rispetto reciproco circa le idee di ciascuno, che ci fa capire quali sono i pregi e i difetti di ciascuna opinione e che ci guida verso la strada del miglioramento e del progresso.”
E dopotutto,“in un paese la democrazia si vede dalla presenza di voci discordanti e opposte, e la sua civiltà nasce dalla dialettica e dal confronto”.
Come per tutte le cose, quindi, ci vuole certo una solida e ragionata convinzione ma anche una buona dose di umiltà e consapevolezza dei proprio limiti.
Alcuni, poi, mi chiedono se questo genere di attività servano davvero, se non siano solo una perdita di tempo, qualcosa che non porta a risultati tangibili, di sostanzialmente inutile, troppo da “idealisti”.
In proposito, allora, riporto quanto scrissi ad un giornale in risposta ad un articolo che mi riguardava: “Quanto a coloro che mi chiedono se queste iniziative siano davvero utili, la mia profonda convinzione è che basta che anche una sola persona sia arricchita o semplicemente indotta a riflettere su ciò che dico perché io mi possa ritenere soddisfatto.
E certo mi fa piacere vedere che di tanto in tanto le mie riflessioni vengono pubblicate sui giornali locali e che taluni problemi sui quali ho puntato la mia attenzione siano stati presi in debita considerazione e talvolta anche risolti”.
Giunti a questo punto, possiamo finalmente parlare del titolo di questo libro che costituisce una raccolta degli articoli più significativi pubblicati in un anno di blog.
Perché, dunque, “Pensieri riflessi”?
Innanzitutto perché sono i miei pensieri personali, pensieri che si riflettono nel mare magno delle idee, delle opinioni delle persone, un mare che bagna le sponde della civiltà e della conoscenza.
E più questo mare diventa grande, più ciò significa aver colto il vero spirito democratico. Più ognuno di noi usa intelligentemente la libertà di cui gode, più contribuisce a far crescere sé stesso e gli altri.
A questo grande mare ho cercato, con l’aiuto di molte valide persone, discutendo, ricercando, pensando e riflettendo quanto più era possibile, di dare un mio piccolo contributo, di aggiungere delle piccole gocce.
E come l’immagine di ogni goccia di acqua arriva ad ognuno con una riflesso diverso, allo stesso modo ciò accade con il pensiero. Ogni pensiero riflesso su questo mare arriva a ognuno con una luce diversa. E a questa luce corrisponde il punto di vista di ciascuno, la sua sensibilità e la sua originalità che porta a condividere, criticare e arricchire quello che io e, in generale, ognuno di noi dice.
Ogni goccia, ogni idea, ogni opinione crea degli spunti di riflessione, crea curiosità, desiderio di sapere, conoscere e, se ho ben lavorato, tutto ciò genera un magnifico circolo virtuoso che fa appunto crescere ciascuno di noi.
Inoltre, ciò che ho scritto è stato pubblicato in un blog e in internet si “naviga”. Perciò i miei sono pensieri riflessi anche in questo altro mare perché possano essere, in modo facile, visibili a tutti.
Ora, siccome fino a questo punto sono stato sincero, continuerò ad esserlo dicendovi che, esattamente come non sapevo cosa sarebbe successo quando ho iniziato a scrivere sul blog, allo stesso modo non so cosa succederà da qui in poi.
Finora sono stato sostenuto e ho fatto un “lavoro” (non facile se svolto bene, quanto per vari versi ingrato, quale è quello di studente) che comunque lascia una certa libertà di orari e organizzazione. Ma la cosa, purtroppo e insieme per fortuna, non durerà a lungo.
Senza contare che mi rendo sempre più conto che la frase “libertà vuol dire partecipazione” può assumere un significato anche più ampio e in qualche modo “armonico” rispetto a quello che comunemente le si attribuisce.
Partecipare non vuol dire solo informare, essere impegnati civilmente, ma vuol anche dire dedicarsi all’arte, alla ricerca e a tutte quelle cose che sviluppano ciò che mi piace chiamare la “parte angelica” degli uomini, quelle per cui ci sarebbe solo progresso e non esisterebbero più né torti né sopraffazioni.
Ecco, voglio impegnarmi ad essere libero anche in questo senso. Voglio continuare a riflettere e, per quanto mi è possibile, far riflettere, ma anche divertire e creare.
In conclusione, nell’augurarvi una buona lettura, vi lascio con le battute finali di un film, Pleasantville, che letteralmente amo e che è un invito alla libertà di esprimersi e sperimentare in tutti i campi della vita e insieme un atto d’amore verso la tolleranza, il reciproco rispetto e l’arte:
“E adesso che succederà?” chiede George alla moglie, Betty, mentre la storia raccontata sta per finire.
“Non lo so. …Tu lo sai che cosa succederà?”.
“No, non lo so!” le risponde lui, con un’espressione di gioia sul volto.
Betty allora, sorridendo, volge lo sguardo verso il loro amico, Bill.
Lui la guarda, sorride anch’egli e dice: “Non lo so neanche io…”.



Alessandro Marchetti

aprile 2008


Per scaricare il libro "Pensieri riflessi" clicca qui.

Etichette: ,


 

Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.