La gioventù che partecipa-Oderzo

10 marzo 2009

Quel granello di sale


Domanda: le opinioni hanno tutte la stessa dignità? No.
So di essere provocatorio nel dire questo e a qualcuno potranno esserglisi già drizzati i capelli, ma l’importante è intendersi.
E allora intendiamoci.
Come un po’ in tutte le cose, gli estremi sono sempre riconoscibili e ciò vale anche per le opinioni. Così, se qualcuno dicesse “evviva la schiavitù” o “evviva la guerra”, le sue sarebbero affermazioni a dir poco incommentabili e non potrebbero mai essere oggi condivise.
Se qualcuno, invece, dicesse “evviva i diritti umani” o “evviva la dignità della persona”, meriterebbe sicuramente il plauso di tutti perché è questa la strada della civiltà e del rispetto reciproco.
Ma se gli opposti sono appunto facilmente riconoscibili, è nelle ipotesi che stanno tra di essi che si fa più fatica a muoversi perché la verità non si è ancora affermata come pacifica.
E ciò vale per le piccole questioni pratiche di tutti i giorni, come, e a maggior ragione, per le grandi questioni.
Vi faccio un esempio. Ultimamente sto studiando l’opportunità di istituire un contraddittorio anticipato, cioè un confronto tra le parti processuali anticipato rispetto all’adozione di taluni provvedimenti come la carcerazione preventiva. Su questo punto molte sono le considerazioni da compiere in particolare, se si volesse adottare questa soluzione, sul procedimento da seguire e sui problemi pratici, per nulla facili da risolvere, che porta con sé.
Detto questo, bisogna inoltre considerare che un’opinione seria e qualificata può arrivare soprattutto da chi di una certa materia è esperto.
Tractent fabrilia fabri, dicevo qualche tempo fa: “siano i fabbri a maneggiare gli attrezzi del loro mestiere”.
Perciò con maggior attenzione si dovranno ascoltare coloro che hanno esperienza e competenza in relazione ad un certo argomento e alle relative problematiche.
Se, per esempio, mi mettessi a parlare di una dibattuta questione di medicina, materia di cui so poco o niente, forse potrei direi qualcosa di intelligente (un po’ di buon senso dovrebbero averlo tutti); ma è molto più probabile che dalla mia bocca escano sciocchezze.
Così come un medico, che su quella questione potrebbe dire cose brillanti, interrogato su un argomento di diritto, magari quel contraddittorio anticipato di cui parlavo prima, potrebbe non cavarsela altrettanto bene.
Ma bisogna, poi, stare attenti (attentissimi!) ad un'altra cosa. Bisogna poter apprezzare l’onestà intellettuale della persona che parla e l’assenza di interessi diversi dalla ricerca della verità nel suo ragionare.
E questo vale sopratutto se la questione è molto tecnica e a parlare è un esperto perché, data la difficoltà degli argomenti e l’abilità del relatore, è difficile contraddirlo e nei suoi confronti un po’ di fiducia bisogna averla.
E la fiducia è una cosa preziosa e un bene raro. Si fatica moltissimo per guadagnarla e basta pochissimo per perderla.
Capite, quindi, che l’insidia di soldati e soldatini di interessi e privilegi personali si fa in questi casi tremenda.
Certo, poi, che tutti posso sbagliare. Ma ribadisco che errare è umano, perseverare o, peggio ancora, sapere di sbagliare fin dall’inizio, è diabolico.
Detto tutto questo, bisogna forse concludere che la libertà di manifestazione del pensiero va limitata? Assolutamente no!
Vale, oggi e sempre, quanto diceva Voltaire: “Non sono d’accordo con te, ma darei la vita perché tu possa dirlo”.
Il punto è allora sapere affrontare le tante opinioni che arrivano alle nostre orecchie e vagliarne attentamente l’attendibilità.
Le opinioni, perciò, non hanno tra loro lo stesso valore e vanno considerate cum grano salis.

Alessandro Marchetti

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