La gioventù che partecipa-Oderzo

01 febbraio 2009

Sandro Martin dà le dimissioni


Voglio riportare questa notizia apparsa ieri sui quotidiani locali sia per fare un plauso all’attività politica che il consigliere Martin ha fino ad ora svolto (e spero vivamente che, pur non sedendo più nei banchi del Consiglio comunale, il suo impegno politico non si fermi qui) sia per svolgere alcune riflessioni sull’attuale situazione politica di Oderzo.
La notizia alla quale mi riferisco è, appunto, che il capogruppo del PD, Sandro Martin, che ha guidato ed animato la sinistra opitergina in questi ultimi quindici anni, ha deciso di rassegnare le dimissioni e di lasciare il Consiglio comunale.
Innanzitutto, perché questa scelta?
Il titolo dell’articolo che si legge ne Il Gazzettino del 31/1/09, cioè “Il capogruppo del Pd: «Dopo 15 anni è giusto lasciare»”, è fuorviante per il fatto di focalizzare solamente una delle ragioni che hanno portato Martin a compiere questa scelta.
Infatti, è vero che il consigliere ha dichiarato: “Mi dispiace ma dopo 15 anni è giusto lasciare. Altrimenti si finisce sempre per additare gli altri, dire che bisogna lasciar spazio e non si guarda a se stessi”. E di questo gli va dato onore, dato che una simile scelta di “lasciar spazio” anche ad altre persone, perché queste abbiano l’opportunità di partecipare alla vita politica della propria città o del proprio Paese, in Italia è ancora rimessa alla moralità e al buon gusto di chi è politicamente inserito. Ahimé, siamo abituati fin troppo ai “politici di professione” (molti dei quali sono tali a prescindere dai meriti e dalle capacità tecniche e professionali).
È vero, inoltre, che sulla decisione di Martin pesano impegni lavorativi sempre più assorbenti. E pure in questo, lo capisco perfettamente. Dopotutto, non di solo pane vive l’uomo, certo, ma il pane ci vuole comunque.
Ma, oltre a queste ragioni, è altrettanto vero che, riportando la dichiarazione del consigliere, “è venuto meno un certo entusiasmo. Con il sindaco Giuseppe Covre ed Elio Pujatti, che pure erano su posizioni ben distanti dalle mie, l'azione politica è sempre stata stimolante, a volte davvero intensa. Ora non è più così”.
Già, ora non è più così e credo che sia proprio questo il punto sul quale riflettere: non c’è più l’entusiasmo e il clima costruttivo di una volta.
Prima, in Consiglio, si combatteva per migliorare la città e il benessere dei cittadini. Ed era una lotta, ben s’intenda, puramente dialettica, la quale è indice della migliore democrazia e del sincero e appassionato impegno dei nostri “rappresentanti-dipendenti” che siedono nella sala nel Municipio.
Ora, invece, sembra aleggi una certa delusione e demotivazione.
La si avverte nelle parole di Martin, ma non solo.
Qualche tempo fa, questa mancanza di sintonia e considerazione fece dimettere pure l’allora Presidente del gruppo comunale di Protezione Civile, che gran parte dei volontari poi seguirono in questa scelta. Ne ho parlato molto di questo e, prima che vengano richiamate per l’ennesima volta questioni politiche totalmente inesistenti, vi invito a leggere la cronistoria di quel fatto.
Non voglio immaginare, poi, la frustrazione che devono aver provato i residenti di via Ronche di Piavon per la famosa storia dei rallentatori da loro richiesti per banali ragioni di sicurezza e dal Sindaco prontamente… rimossi. La motivazione della scelta di toglierli fu che “i rallentatori [sono] troppo pericolosi”(v. Gazzettino 18/8/06) corredata da alcuni racconti fantozziani che Dalla Libera pensava potessero essere, non so in quale modo, persuasivi su anziani che in bicicletta dovevano affrontare i dossi, come se non esistessero le estremità smussate o comunque modi intelligenti di costruire i rallentatori e dimenticandosi del perché erano stati messi lì. Anche di questo se n’è parlato (ed anche Martin era intervenuto a proposito: v. Gazzettino 8/8/06), se non altro perché in seguito, nonostante la promessa poco realistica di severi controlli permanenti da parte dei vigili, si verificarono degli incidenti . Allora si era ad inizio mandato e, come dicono, “chi ben comincia… ”.
Oltre a ciò, posso capire che partecipare ai Consigli comunali come consigliere combattivo e propositivo e poi veder trasformarsi queste occasioni di crescita della città in Consigli-spot con medaglie, medagliette, premiazioni e brindisi, peraltro difesi a spada tratta da Amministrazione e gruppi di maggioranza, non solo toglie entusiasmo, ma spinge anche alla rassegnazione.
Naturalmente, c’hanno provato anche con me a demotivarmi, pur senza grandi risultati, come potete notare. Memorabile resta la lettera che i due gruppi di maggioranza, “Cittadini Uniti” e “Oderzo Sicura” , mi mandarono, anche se poi nessuno con cui parlai volle riconoscerla. A parte chi finse di non saperne nulla, e nonostante fosse finita sui giornali uno o due giorni dopo che arrivò a me e, in seguito, se ne fosse parlato non poco, l’unico che successivamente si sia espresso sul punto è il Sindaco Dalla Libera, il quale giudicò quella lettera tutto sommato simpatica.
La simpatia del mal di pancia, mi sia permesso di commentare.
L’attacco che mi giunse allora fu puramente personale, dato che non replicava nemmeno ad una delle critiche di sostanza che avevo mosso. Peraltro, fu un attacco subdolo per il fatto che, indirettamente, più che colpire me volevano colpire mio padre che era stato precedentemente amministratore, cosa che non ho mai nascosto, visto che, io, le cose che scrivo le firmo sempre con nome e cognome e me ne prendo la responsabilità.
A questo punto, voglio ricordare che il solo personaggio politico che in quella occasione intervenne pubblicamente in mia difesa fu proprio il consigliere Sandro Martin.
Vi riporto il suo intervento perché ne vale la pena. Quella volta difese me, appunto, ma poteva aver difeso chiunque fosse stato nella mia situazione. Estrapolate il discorso dal caso concreto e concentratevi sulla morale che espresse, vi darà un’idea della persona che il panorama politico della nostra città ha perso.
Ritengo questo blog un valore tanto più che Alessandro l’ha messo a disposizione della città. Stigmatizzo nel modo più assoluto la lettera che i gruppi di maggioranza hanno inviato a Marchetti e che egli ha pubblicato nel blog, dimostrando maturità. La critica è uno strumento democratico, tanto più che Alessandro Marchetti attraverso il blog ha segnalato delle cose da sistemare, senza fare riferimenti personali. Trovo che l’attacco personale fatto a questo giovane dai due gruppi di maggioranza, tirando in ballo il fatto che egli sia figlio di un ex assessore, sia prima di tutto una caduta di stile. In secondo luogo è un avvelenare la politica. Alessandro ha tutta la mia solidarietà e così l’avranno sempre coloro che subiranno degli attacchi personali. Insomma se inviano lettera di tale genere per delle critiche circa la segnaletica stradale espresse su un blog, cosa succederà quando la maggioranza sarà chiamata a prendere decisioni dure, anche impopolari?” (Gazzettino, 4/11/06).
Dico con sincerità che mi dispiace che Martin abbia dato le dimissioni. Non posso sapere se, fossi stato al suo posto, avrei compiuto la stessa scelta. Dopotutto io non ho vissuto quella che ha vissuto lui in questi anni di attività politica.
Però, credo che la sua decisione sia comprensibile.
L’articolo sopra citato di ieri del Gazzettino, alla fine, commenta: “nessun patema”. Questo perché al posto di Martin subentrerà Sandro Campigotto. Certo, faccio gli auguri di buon lavoro al nuovo consigliere, Campigotto, però il patema c’è tutto, altro che no.
Se questo è il clima politico che si respira oggi ad Oderzo e se Martin lascia la carica dopo quindici anni di attività, non si può dire, come spesso piace fare a Dalla Libera, che non c’è nessun problema.
I problemi ci sono eccome.
Ad ogni modo, spero che le dimissioni di Martin non significhino anche l’abbandono del suo impegno civico, data la sua preziosa memoria storica e la sua esperienza, e mi auguro che continui a partecipare, proprio ora che ce n’è più bisogno, alla vita della città.


Io partecipo
Alessandro Marchetti

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