Il mondo apparente
Qualcuno dirà che il nostro povero mondo sta andando avanti per inerzia.
E invece no: il mondo sta andando avanti per apparenza.
L’importante oggi non è ciò che si offre, sia esso un prodotto o una idea; ma è come lo si offre. Il marketing, in un po’ tutti i settori della nostra vita, è fondamentale, perché ancora più importante di dare un buon servizio o buon esempio è il vendere o il farsi apprezzare. A quel punto, infatti il risultato è raggiunto e come dice la canzone “chi ha dato, ha dato, ha dato; chi ha avuto, ha avuto, ha avuto”.
Proprio l’altro giorno, controllando la posta, ho visto una cosa meravigliosa che mi ha dato una piccola conferma di ciò. Tra le varie pubblicità ce n’era una di una nota catena di fast-food nel cui volantino campeggiava meravigliosa, ma che dico, si ergeva maestosa l’immagine di un magnificente panino. Insomma inutile che vi dica che invogliava davvero a mangiarselo. La cosa davvero fantastica però si trovava all’interno dove accanto a varie immagini di panini tipo quello delle copertina c’era scritta in piccolo piccolo, anzi microscopico, la seguente frase: “immagini puramente dimostrative”. È una cosa incredibile un po’ per il fatto che sia lecito farla e un po’ perché a questo genere di cose siamo in qualche modo abituati. Puntano tutto su l’immagine. Che poi il prodotto sia proprio quello è una cosa tutta da vedere.
Inoltre queste tattiche hanno l’effetto di far dimenticare che quel bellissimo cibo non è esattamente salutare. O meglio lo si sa, però… però… è così bello quel panino, come si fa a dire di no!
Mi permetto a questo punto di segnalarvi un piccolo, ma splendido documentario per togliervi “l’incanto dell’apparenza”. Il film si chiama “Super size me” e il regista, Morgan Spurlock, fa un esperimento su di sé: mangia per un mese intero nei fast-food mostrando cosa gli succede ogni giorno che passa. Educativo (e impressionante), credetemi. Ma non solo: conduce anche una riflessione interessantissima sulle tattiche di marketing e su come siano diaboliche in particolare su soggetti più deboli: i bambini.
Peciò prendetevi una sera libera e noleggiate il dvd, che ne vale la pena.
Ma il post non finisce qui.
Sempre in linea con la tendenza “apparire è meglio che essere”, guardando la televisione mi sono imbattuto più di una volta in programmi agghiaccianti. Tra i tanti ve ne racconto uno abbastanza conosciuto a che ha avuto un grande successo (!). Il meccanismo è questo: un ragazzo ha una macchina che più che assomigliare ad un’auto, pare una carriola a motore; quindi arriva il conduttore del programma, la porta in una super officina dove la trasformano in uno spettacolo d’auto e quindi gliela riconsegnano. Ora, è anche bello vedere come dei carrozzieri professionisti riescano a trasformare un rudere in un gioiello: c’è arte in questo, è innegabile. Però è la filosofia di fondo del programma ad essere allarmante. Dall’inizio alla fine l’idea è che il proprietario ha bisogno di una macchina meravigliosa perché altrimenti non è nessuno; perché altrimenti non è rispettato; perchè la realizzazione di un giovane non passa attraverso quello che sa e quello che può fare per gli altri, ma per quello che ha e che può mostrare di avere. Di questo passo in un paio di generazioni le scimmie saranno la specie più evolute del pianeta!
A questo punto dovete considerare che una di queste generazioni spesso sembra già di averla davanti agli occhi. Ci sono persone, celebrità ovviamente(ne hanno parlato di recente anche i giornali), che non fanno niente, sono il nulla più assoluto, la povertà intellettuale fatta persona, eppure sono ammirate dai ragazzi molto giovani come degli dèi in terra. E questo perché hanno soldi, sono trasgressive, sono alla moda. In una parola: appaiono bene!
A questo punto non so davvero cosa pensare. Una volta c’erano gli ideali, si discuteva e si lottava per questi. E a volte ci si faceva anche male, perché pure questo va detto. Ora, con una frequenza sempre più allarmante… non c’è niente. E il pericolo è perdere o dimenticarsi delle conquiste di civiltà più importanti e non fare niente per averne di nuove.
Così il mondo non va più avanti per inerzia; così il mondo si ferma o, se preferite, va avanti per apparenza.
Io partecipo
Alessandro Marchetti
Qualcuno dirà che il nostro povero mondo sta andando avanti per inerzia.
E invece no: il mondo sta andando avanti per apparenza.
L’importante oggi non è ciò che si offre, sia esso un prodotto o una idea; ma è come lo si offre. Il marketing, in un po’ tutti i settori della nostra vita, è fondamentale, perché ancora più importante di dare un buon servizio o buon esempio è il vendere o il farsi apprezzare. A quel punto, infatti il risultato è raggiunto e come dice la canzone “chi ha dato, ha dato, ha dato; chi ha avuto, ha avuto, ha avuto”.
Proprio l’altro giorno, controllando la posta, ho visto una cosa meravigliosa che mi ha dato una piccola conferma di ciò. Tra le varie pubblicità ce n’era una di una nota catena di fast-food nel cui volantino campeggiava meravigliosa, ma che dico, si ergeva maestosa l’immagine di un magnificente panino. Insomma inutile che vi dica che invogliava davvero a mangiarselo. La cosa davvero fantastica però si trovava all’interno dove accanto a varie immagini di panini tipo quello delle copertina c’era scritta in piccolo piccolo, anzi microscopico, la seguente frase: “immagini puramente dimostrative”. È una cosa incredibile un po’ per il fatto che sia lecito farla e un po’ perché a questo genere di cose siamo in qualche modo abituati. Puntano tutto su l’immagine. Che poi il prodotto sia proprio quello è una cosa tutta da vedere.
Inoltre queste tattiche hanno l’effetto di far dimenticare che quel bellissimo cibo non è esattamente salutare. O meglio lo si sa, però… però… è così bello quel panino, come si fa a dire di no!
Mi permetto a questo punto di segnalarvi un piccolo, ma splendido documentario per togliervi “l’incanto dell’apparenza”. Il film si chiama “Super size me” e il regista, Morgan Spurlock, fa un esperimento su di sé: mangia per un mese intero nei fast-food mostrando cosa gli succede ogni giorno che passa. Educativo (e impressionante), credetemi. Ma non solo: conduce anche una riflessione interessantissima sulle tattiche di marketing e su come siano diaboliche in particolare su soggetti più deboli: i bambini.
Peciò prendetevi una sera libera e noleggiate il dvd, che ne vale la pena.
Ma il post non finisce qui.
Sempre in linea con la tendenza “apparire è meglio che essere”, guardando la televisione mi sono imbattuto più di una volta in programmi agghiaccianti. Tra i tanti ve ne racconto uno abbastanza conosciuto a che ha avuto un grande successo (!). Il meccanismo è questo: un ragazzo ha una macchina che più che assomigliare ad un’auto, pare una carriola a motore; quindi arriva il conduttore del programma, la porta in una super officina dove la trasformano in uno spettacolo d’auto e quindi gliela riconsegnano. Ora, è anche bello vedere come dei carrozzieri professionisti riescano a trasformare un rudere in un gioiello: c’è arte in questo, è innegabile. Però è la filosofia di fondo del programma ad essere allarmante. Dall’inizio alla fine l’idea è che il proprietario ha bisogno di una macchina meravigliosa perché altrimenti non è nessuno; perché altrimenti non è rispettato; perchè la realizzazione di un giovane non passa attraverso quello che sa e quello che può fare per gli altri, ma per quello che ha e che può mostrare di avere. Di questo passo in un paio di generazioni le scimmie saranno la specie più evolute del pianeta!
A questo punto dovete considerare che una di queste generazioni spesso sembra già di averla davanti agli occhi. Ci sono persone, celebrità ovviamente(ne hanno parlato di recente anche i giornali), che non fanno niente, sono il nulla più assoluto, la povertà intellettuale fatta persona, eppure sono ammirate dai ragazzi molto giovani come degli dèi in terra. E questo perché hanno soldi, sono trasgressive, sono alla moda. In una parola: appaiono bene!
A questo punto non so davvero cosa pensare. Una volta c’erano gli ideali, si discuteva e si lottava per questi. E a volte ci si faceva anche male, perché pure questo va detto. Ora, con una frequenza sempre più allarmante… non c’è niente. E il pericolo è perdere o dimenticarsi delle conquiste di civiltà più importanti e non fare niente per averne di nuove.
Così il mondo non va più avanti per inerzia; così il mondo si ferma o, se preferite, va avanti per apparenza.
Io partecipo
Alessandro Marchetti
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