La gioventù che partecipa-Oderzo

28 settembre 2007

Ognuno faccia il suo mestiere


L’esigenza di ieri è la stessa di oggi.
I problemi della società devono essere risolti da chi ha la più seria volontà di risolverli, da chi li conosce, da chi li ha studiati, da chi li ha vissuti.
I parlamentari ritornino a rappresentare quel Popolo che la Costituzione del nostro Paese dichiara solennemente essere l’unico sovrano.
Gli ordini di segretari e dirigenti dei partiti non devono più esistere, così come le loro gerarchie interne, altrimenti dovremo chiamare “partitica” la nostra repubblica e non democratica.
Coloro che fanno le norme, che traducono la volontà popolare espressa in Parlamento in testi legislativi siano esperti diritto, giuristi di professione, nominati da giuristi.
E per le questioni tecniche e scientifiche che sia necessario risolvere per prendere delle decisioni normative, vengano sentiti i tecnici e gli scienziati.
Per dirla con le parole di Einaudi, citato nel bellissimo editoriale di Gian Antonio Stella che vi invito a leggere: “I professori ritornino ad insegnare, i consiglieri di Stato ai loro pareri, i militari ai reggimenti e, se passano i limiti d'età, si piglino il meritato riposo(…)Coloro che lavorano sono stanchi di essere comandati dagli scríbacchiatori di carte d'archivio(…)Ognuno ritorni al suo mestiere”.
O come piace dire a me: tractent fabrilia fabri!

Io partecipo
Alessandro Marchetti

Ps. Scaricate l’articolo in formato pdf “Tractent fabrilia fabri

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20 settembre 2007

Il cinema che (non) si vede




La rosa purpurea del Cairo (di Woody Allen)

Una delicata commedia romantica sul desiderio di lasciarsi trasportare dalla fantasia, raccontata attraverso la stravagante avventura amorosa di una donna sognatrice.

Scriveva Umberto Eco, nell’introduzione del libro “Saperla lunga” di Woody Allen, che questo scrittore/regista americano non era molto conosciuto prima di allora se non da una strettissima cerchia di cinefili incalliti; solo da poco, infatti, cominciava a scoprirlo anche il grande pubblico. Questo Eco lo scriveva nel 1973, tempo ne è passato, e oggi il nome Woody Allen è diventato noto a tutti.
Credo, però, che nonostante la fama internazionale di cui gode questo regista, sia più spesso noto il personaggio Allen, che non il suo cinema.
Certo, è molto probabile che si conoscano i suoi lavori più recenti, come “Scoop” o “Match point” (anche se quest’ultimo, seppur pregevole, è un’opera un po’ a sé che non rappresenta il tipico stile di Allen).
Ma varrebbe davvero la pena recuperare e riscoprire i primi film della sua carriera che rischiano altrimenti di essere semplicemente catalogati come “film famosi di Allen”, ma mai visti.
In particolare mi vengono alla mente le primissime opere comiche come “Il dittatore dello Stato libero di Bananas” o “Prendi i soldi e scappa” o ancora “Provaci ancora Sam”, fino a giungere a quelli che a mio giudizio sono tra le opere più geniali di questo regista, quali “Io e Annie” e “Zelig”.
Ed è proprio con questa intenzione di ripercorrere il cinema meno recente di Woody Allen, che vorrei proporvi quella che ritengo essere una “delicatissima perla” della sua produzione cinematografica.

Si tratta di un film del 1985 e si intitola “La rosa purpurea del Cairo”.

Definirla una commedia sarebbe davvero riduttivo. Direi, piuttosto, che si tratta di una favola estremamente romantica che racconta la stravagante avventura amorosa di una donna sognatrice un po’ per carattere e un po’ per necessità.

Non solo una commedia dallo humour raffinato, appunto, ma, soprattutto, un omaggio al potere dell’immaginazione, alla forza della fantasia, al cinema e alle gioie e alle passioni che sa trasmettere.

Allen scrive e dirige un film ricco di momenti sorprendenti, che sa divertire, ma anche che appassiona e, infine, commuove. Splendida Mia Farrow che interpreta la sognatrice Cecilia, e ottimo Jeff Daniels nel doppio ruolo del romantico ed ingenuo Tom Baxter e dell’ambizioso attore Gil Shepherd.
“La rosa purpurea del Cairo” è un film delizioso, da vedere, o rivedere, di cui sono sicuro vi innamorerete e che saprà farvi innamorare.


Alessandro Marchetti

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17 settembre 2007

Il cinema che (non) si vede


Voglio oggi inaugurare, all’interno di questo blog e di quello di Motta Viva, la rubrica cinematografica “Il cinema che (non) si vede”.
La mia passione per il cinema credo vi sia nota, soprattutto dopo alcuni dei mie passati articoli e la mia insistenza circa iniziative riguardanti questa forma d’arte, come quella del “Cinema in biblioteca”.
Perciò il passo che logicamente poteva succedere a tutto ciò non poteva che essere l’apertura di una rubrica cinematografica.
Non sarò solo a curare questa iniziativa, ma mi appoggerà il mio caro amico Francesco Benedet che posso assicurarvi essere un vero estimatore dell’arte cinematografica.
L’obiettivo che insieme ci proponiamo è quello di parlare di cinema presentandovi, attraverso nostre critiche e valutazioni, alcuni film di oggi e di un tempo che ci hanno particolarmente colpito.
Il senso del titolo della rubrica sta proprio qui.
Il cinema è prima di tutto immagine, ma non potendo farvi vedere niente, cercheremo di trasmettere le nostre sensazione ed emozioni attraverso degli articoli.
Inoltre, seppure faremo molto attenzione ai film più recenti, cercheremo, per quanto ci è possibile, di riscoprire i capolavori di una volta che altrimenti sarebbero difficilmente conoscibili, bistratti come sono oggi da improponibili programmazioni notturne.
Va premesso che né io né Francesco siamo degli esperti di cinema. Possiamo, piuttosto, definirci degli appassionati e crediamo che questa passione possa essere, appunto, comunicata e che possa a sua volta far nascere o accrescere la passione e l’interesse nelle altre persone.
Il nostro sarà un cinema raccontato per creare la curiosità, per alimentare la passione e dare qualche consiglio a chi vuole passare una serata con un buon film.
Nel suo piccolo, questa iniziativa vuole essere uno stimolo, ma anche un omaggio, verso quella che è comunemente chiamata la “settima arte”.

Alessandro Marchetti

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12 settembre 2007

Sapere essere liberi


Se qualcuno non ne fosse stato ancora convinto, ora deve convincersene per forza perché ha avuto la dimostrazione sotto gli occhi: “la liberta è partecipazione!

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11 settembre 2007

Avviso: Consiglio Comunale

Domani, mercoledì 12 Settembre, alle ore 19.00, presso il municipio, è convocato il Consiglio Comunale di Oderzo.
Per vedere gli ordini del giorno cliccate qui.

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10 settembre 2007

V-day e Grillo


Comunque la si pensi, il V-day di sabato è stato un successo. 300.000 le firme raccolte in un giorno. Ed era veramente bello e incoraggiante, vedere nella nostra Piazza Grande a Oderzo tante persone (opitergine e non) richiamate dall’evento, disposte inoltre ad aspettare e ad affrontare una lunga fila pur di aderire all’iniziativa.
Ad un certo punto, i moduli per la raccolta delle firme sono addirittura finiti. E se questo da una parte ha dato luoghi a taluni disguidi, dall’altra dimostra con quanta forza si sia voluto trasmettere un segnale.
In questo momento del V-day e del “personaggio Grillo” ne parlano in molti.
Il Corriere della Sera, per esempio, ha pubblicato oggi alcuni articoli con opinioni che non condivido pienamente.
Altre persone, magari meno famose, ma con menti che ritengo decisamente più interessanti, hanno svolto taluni considerazioni alle quali mi sento molto più vicino. In particolare vi segnalo questo articolo e i relativi commenti.
In ultima, vi riporto questo link ad un articolo di Alberoni del 6 Agosto, che ripete una riflessione estremamente interessante: qualsiasi cosa tu faccia, anche nel migliore dei modi e con le migliori intenzioni, ti creerai sempre dei nemici.

Alessandro Marchetti

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07 settembre 2007

Domani c’è il V-day!


Che io sappia i telegiornali non ne hanno parlato, mentre i giornali qualcosa, seppure non moltissimo, hanno detto. Felicissimo comunque di essere smentito.
In ogni caso domani si terrà in oltre 200 città italiane, compresa Oderzo, il “V-day”, o meglio, “Vaffanculo day”.
In questa occasione verranno raccolte le firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che contiene questi tre punti:
1 Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale;
2 Nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente;
3 I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta.

Di seguito allego il manifesto dell’evento.

È un’occasione importante per dare un segno che per tutti noi cittadini la “civiltà” conta; che nessuno nel nostro paese può fare quello che vuole, i suoi comodi; che i parlamentari non sono dei “loro” in contrapposizione a tutti gli altri, ma sono nostri dipendenti!
Perciò domani andate in piazza a firmare, date il vostro contributo: in una parola, partecipate!
Power to the people!

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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05 settembre 2007

Evento culturale: Teatro, musica e solidarietà!


Vi segnalo questo interessante appuntamento che si terrà Venerdì di questa settimana, 7 Settembre, a Motta di Livenza, in Piazza Luzzatti.
A partire dalle 19.30 si terranno uno spettacolo teatrale, concerti musicali e la presentazione del progetto “La povertà non ha cittadinanza” promosso da Karibu Afrika Onlus.
Vi allego di seguito il programma e l’articolo di Francesco Benedet, tratto dal settimanale L’Azione.




I GIOVANI VOGLIONO RIANIMARE MOTTA

Per venerdì 7 settembre in piazza Luzzatti a Motta di
Livenza si è organizzata una serata di teatro, musica e solidaritetà.
Lo spettacolo teatrale, alle 20, è portato in scena dalla compagnia
padovana "R.Om-TeatrO in Movimento". Per la scena musicale alle 21
suonerà il mottense Davide Drusian, che presenta con il chitarrista
Cocco Marinoni, canzoni blues americane. «Drusian è la vera bandiera
della musica "di strada" a Motta» spiega Francesco, uno degli
organizzatori. Sul palco saliranno anche i Bubamara: «Suonano canzoni
etniche con ritmi coinvolgenti», è la presentazione di Francesco. Alle
22 ancora musica con la stella della serata: Cisco, cantautore italiano
che è stato voce dei Modena City Ramblers.
Gli organizzatori sono Francesco Clementi e Pablo Perissinotto. «Ho 29
anni, sono laureato in ingegneria, e ho lunghi trascorsi da scout a
Motta e chierichetto in Basilica» dice di sè Clementi. E sul suo
collega: «Pablo invece ha 31 anni, ha sposato una ragazza mottense e
qui vive ma proviene da Azzano Decimo. Suona nei Bubamara. Siamo
volontari, anzi "sponsor", in quanto abbiamo speso direttamente di
tasca nostra per organizzare».
Cosa che a quanto pare non è stata come bere un bicchier d'acqua.
«Vorrei sottolineare - aggiunge Clementi- l'incapacità di coordinamento
e di dinamismo delle associazioni mottensi, più divise e votate a ben
apparire che unite con l'intento unico di portare cultura e
manifestazioni nel nostro paese. Certo è che, d'altro canto, abbiamo
anche trovato alcune persone capaci e affidabili su cui far forza per
portare in fondo la nostra idea, e specialmente l'assessore Romano
Astolfo».
L'entrata costerà 5 euro, che saranno destinati al progetto "La
povertà non ha cittadinanza" dell'associazione Karibu Afrika, che
prevede la creazione di una scuola interculturale a Kiserian in Kenya.
«Noi di Karibu siamo stati contattati-spiega la mottense Elena Ostanel-
da Francesco e Pablo, che assieme al Comune di Motta avevano progettato
di organizzare un evento per animare la piazza e attirare giovani.
Hanno poi pensato di unire una causa benefica all'evento, e ci hanno
contattati. Allora anche Karibu Afrika ha partecipato attivamente all'
organizzazione della serata».
La raccolta fondi sarà effettuata tramite una parte della quota di
ingresso alla serata e con i proventi della vendita di birra, panini e
acqua presso un chioschetto allestito da Karibu Afrika in piazza. «La
finalità della serata- prosegue Ostanel- non è solo quella della
raccolta fondi, ma anche della divulgazione di un messaggio di
solidarietà e impegno civile dei giovani. Inoltre vorremmo iniziare un
insieme di eventi organizzati da ragazzi mottensi al fine di far
rivivere un paese, il nostro, che negli anni ha perso la funzione di
luogo di incontro».
Francesco Benedet

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02 settembre 2007

Pressione meritocratica


È da un po’ di tempo che sono teso e ho la pressione alta, e credo di averne capito la causa. Il punto è che credo nella meritocrazia.
Una volta ci credevo inconsciamente, poi ci ho creduto consciamente e fino a poco fa di nuovo inconsciamente. È tutto qui il mio errore.
La meritocrazia infatti è una cosa bella, ma richiede una forte e solida base di razionalità. Così è per le attività umane lavorative, decisionali, politiche, dove la razionalità dipende tutta dalle persone e quindi può esserci… come no. E che ce ne sia poca lo si capisce, per esempio, leggendo libri e articoli di giornalisti “non accondiscendenti” che, per inciso, hanno tutta la mia stima dato che si rovinano il fegato e affrontano mille rogne per raccontare ciò che scoprono.
In questo periodo sto leggendo La casta” di Stella e Rizzo e concordo con un mio amico che l’ha letto prima di me: bastano poche pagine per buttarti così giù da rovinarti la giornata. …Perciò è un libro da leggere.
Comunque, riprendendo il discorso sul legame meritocrazia-razionalità, se le cose vanno così nel lavoro e nella politica, è quando entrano in gioco situazioni sentimentali, che per quanto ne so sono il regno dell’irrazionalità, che allora le cose diventano ancora più complesse.
E la pressione meritocraticamente sale.
Allora sento il bisogno di staccare la spina, di non pensare. E la soluzione più banale per intontirsi un po’ è accendere la televisione. È una sorta di epidurale, una epidurale televisiva, che fa il suo effetto nella parte superiore del corpo colpendo soprattutto il cervello.
Ma è proprio quando sono un po’ frastornato, quando sto ridendo per una battuta per la quale non avrei mai riso, che, come una spina conficcata tra le costole all’improvviso, mi assale un dubbio: che la meritocrazia alcune, pochissime, volte funzioni, ma che non meriti niente.

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