La gioventù che partecipa-Oderzo

31 ottobre 2006

Grazie ODERZO SICURA e CITTADINI UNITI!


Oderzo Sicura e Cittadini Uniti mi hanno mandato una lettera piena di parole d’amore, di affetto, di stima e di simpatia. E io li amo per questo. Li amo tutti, dal primo all’ultimo. Mi sono commosso quando ho letto per la prima volta questa mail e mi sono scese le lacrime. E allora voglio che le emozioni che ho provato io le proviate anche voi! Leggete e trattenete i singhiozzi.

“Grazie Alessandro !!
Da qualche tempo, il figlio di Gianfranco Marchetti ex Assessore all’Ecologia, ambiente e qualità della vita del Comune di Oderzo, ha aperto un sito internet e segnala, anche a mezzo giornali locali, carenze e problemi della Città di Oderzo. Il senso civico di tale iniziativa è senza dubbio lodevole ed è auspicabile che iniziative simili abbiano seguito, soprattutto tra i giovani.
Ma fino a giugno 2006, dov’era il figlio dell’ex-assessore Marchetti? Ora si accorge delle sbavature della segnaletica orizzontale stradale, verifica che mancano le foto degli attuali assessori sul sito del Comune di Oderzo, e per tale ragione li critica. Ma fino a 4 mesi fa non si era accorto che i depuratori (ma sono piccoli…) non funzionavano, non ha sentito la puzza che invadeva ad ondate la città di Oderzo (Fratta, Spinè, Quartier Marconi, via Marinai d’Italia, Brandolini ecc.) mentre suo padre, per nove anni consecutivi ha retto l’assessorato all’ecologia, ambiente e qualità della vita ?
Non si è accorto della cementificazione della Città, dell’acqua che ad ogni pioggia allagava le abitazioni, dello stato di degrado del sottopasso Brandolini? Non ha pensato fino a 4 mesi fa che era bene intervenire, segnalare, criticare, proporre, fare cioè quello che solo ora ritiene doveroso fare?
Caro Alessandro Marchetti, non è mai troppo tardi, grazie per quello che stai facendo adesso.
Un grazie ancor più grande ai cittadini di Oderzo che a giugno 2006 hanno rimosso Gianfrnaco Marchetti da assessore all’ecologia, ambiente e qualità della vita di Oderzo.
Un grazie di cuore anche all’attuale amministrazione, che sta lavorando a fianco dei cittadini, con tenacia ed intelligenza per risolvere i tanti problemi di Oderzo, ereditati dalle Amministrazioni precedenti di cui ha fatto parte anche l’ex assessore Marchetti.
Il Consiglio Direttivo di
ODERZO SICURA e CITTADINI UNITI”

Che amori!
Queste sono le persone che oggi ci governano. Vi dico solo questo: pensate, pensate, pensate! Partecipate, partecipate, partecipate!

Io partecipo
Alessandro Marchetti

Ps. Invito tutti i lettori del blog a stampare la lettera che mi hanno mandato e a diffonderla tra tutti i cittadini opitergini.

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27 ottobre 2006

La gente deve sapere


Mi sono davvero rotto le scatole che le imprese telefonino a casa per pubblicizzare i loro prodotti. Lo dico una volta per tutte sperando che mi sentano:”non me ne frega niente dei vostri prodotti e dei vostri servizi! NIENTE!” Io davvero mi domando come queste imprese si permettano di disturbare la gente telefonandogli a casa. E poi sono furbi: ti telefonano quando sono sicuri di trovarti a casa, cioè quando torni da lavoro, quindi verso mezzogiorno e alla sera. Proprio quando sei stanco e rimbambito e non vuoi essere disturbato da nessuno. Ti colpiscono quando sei più debole. E vorrei davvero sapere chi vuole che queste imprese continuino a martoriarci di telefonate; chi vuole continuino ad entrare nelle nostre case, senza invito, per mezzo della linea telefonica. A casa mia telefonino pure i miei amici; perdono quelli che sbagliano numero; ma degli altri non ne voglio sapere! Qualcuno si sarà anche domandato: ma è legale quello che fanno queste imprese? Sì, è legale. Ed è legale anche se esiste un sacrosanto diritto alla “pace domestica” che è perfino tutelato a livello costituzionale e che è alla base di alcune norme penali come la violazione di domicilio. Il problema è che, come troppo spesso accade, il legislatore non si è svegliato e non ha fatto una norma che vieti questo comportamento. Si potrebbe prevedere un sistema semplicissimo. Di base nessuna impresa può fare telefonate, perché nessuno le vuole. Se poi qualcuno proprio ci tiene, allora si iscrive in una apposita lista. E allora a lui, e solo a lui, possono poi telefonare.
L’incazzatura non finisce qui. Quando vi chiamano sappiate che diventate tutti dei target, degli obbiettivi. Devono cioè conquistare la vostra fiducia e invogliarvi a comprare. Come si fa? Con le tecniche di marketing! Ora, del marketing bisogna sapere essenzialmente due cose: 1- che è una materia interessantissima: 2- che è diabolico. Un esperto di marketing riesce a vendervi una merda ad un prezzo esorbitante e lasciandovi convintamene contenti di averla comprata. Alcuni approcci, poi, sono risaputi. Si va dal “signora, ha vinto un premio…”, al “stiamo facendo un sondaggio”, fino al “offerta valida solo per oggi…”. Badate che non sto dicendo che il prodotto che vogliono vendervi sia necessariamente scadente, per carità. Dico solo che dovete stare attenti. Anzi, attentissimi, perché potenzialmente possono prendervi per il c…o senza che voi nemmeno ve ne accorgiate. Non sarebbe perciò fuori luogo istituire dei corsi base di marketing nelle scuole: una volta visto il diavolo, poi è facile riconoscerlo!
Non ho ancora finito! Bisogna domandarsi, in conclusione, chi c’è dall’altra parte della cornetta a parlarvi. D’accordo, si chiamano tutte Anna, Elisa, Valentina, mai un nome un po’ più complesso (chissà come mai!?). Ma non è questo il punto. Quello che ci si deve chiedere è come vengono assunte queste operatrici di call-center; in base a quale contratto; come vengono istruite e in quale ambiente lavorativo svolgono la loro attività. Al riguardo voglio rimandarvi ad un libro di una giovane autrice, Michela Murgia, intitolato significativamente “Il mondo deve sapere”. Lei è stata una operatrice di call-center e sa per forza cosa succede in quegli ambienti. Vi assicuro che è un libro divertentissimo, ma estremamente serio nei contenuti. Io ho avuto il piacere di conoscere l‘autrice alla presentazione del suo libro e mi dispiace di non aver potuto pubblicizzare l’evento sul blog, ma l’ho saputo anch’io all’ultimo minuto. In ogni caso, per farvi capire il personaggio, sappiate che la Bignardi nella trasmissione di La 7 “Le invasioni barbariche” ne ha già parlato. E chissà mai, a questo punto, (io lo spero) che non la vedremo un giorno in tv. Credetemi: sarebbe un appuntamento da non perdere!

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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26 ottobre 2006

Splinter è tra noi!


Anche la nostra città è stata colpita dal problema della presenza preoccupante di ratti. E un incontro ravvicinato con la classica “pantegana” non è mai bello, né piacevole. Senza pensare alle innumerevoli malattie di cui sono portatori questi animali. L’amministrazione comunale allora cosa ha deciso di fare? Per adesso l’assessore Montagner si è limitato a dire che “ci sta pensando su” e che si è rivolto ad un noto esperto, confessando tra l’altro che ha pensato a tale persona più per il fatto che questa ha già svolto un lavoro gratis per Treviso e quindi spera che venga gratis anche da noi (v. Gazzettino del 21/09/06). Un po’ come se il nostro comune fosse un morto di fame, insomma. Intanto, mentre Montagner “ci pensa su” e chiede l’elemosina, leggete qui, in questa mail mandatami da Marco Cia, cosa può succedervi mentre fate una passeggiata di sera:

“Chi di voi ha mai visto le tartarughe ninja? Io si, ne andavo matto da bambino e il loro maestro era appunto Splinter, una pantegana che, mutata geneticamente a causa di un liquido chimico radioattivo era grande come un uomo.
Beh, ieri sera mi sono trovato a tu per tu con Splinter (chiaramente prima della mutazione, sennò non sarei qui a raccontarvelo). Questo “topone”, per chiamarlo in maniera simpatica, mi ha attraversato la strada mente camminavo sul marciapiede di via Cesare Battisti, sotto il viale alberato. Tale topone, dopo essersi soffermato a guardarmi, come per dire “Chi sei? Cosa vuoi?” ha ripreso la sua camminatina zampettando allegramente. Non sembrava spaventato o comunque che avesse fretta di scappare da me, forse appunto perché conosceva le arti marziali e se gli avessi fatto qualcosa mi avrebbe steso (grande com’era…)
In campagna elettorale tanto si era puntato su promesse che riguardavano l’ambiente, la salute e l’igiene, ma non mi sembra che le cose stiano andando poi così bene se le pantegane girano liberamente per il marciapiede (a notevole distanza dal fiume, aggiungerei). Se invece l’attuale amministrazione sta tentando di ripopolare una razza che crede in via di estinzione allora tante scuse… l’importante è saperlo!

COWABANGA!”

Io partecipo
Marco Cia

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25 ottobre 2006

Blog nuovo, vita nuova!


Dato il buon successo che ha avuto il blog in queste prime settimane di vita, ho deciso di arricchirlo di contenuti, servizi, contatti e fornire alcune regole e indicazioni. Faccio una breve carrellata delle novità più importanti. Innanzitutto si può accedere al blog anche attraverso un altro indirizzo internet più breve e facile da ricordare. Questo nuovo indirizzo è: www.oderzopartecipa.it . Nella barra di destra, poi, è attiva una nuova sezione. Tra le varie cose, in questa nuova sezione viene spiegato come usare il blog e sono indicate alcune regole alle quali è necessario attenersi. Ho inoltre provveduto a fornire una serie di email per contattarmi, alle quali è possibile accedere attraverso il link “scrivici”. È poi presente il servizio “scrivi ad un amico” grazie al quale potrete mandare una mail ad un amico per segnalargli il blog e insieme allegare i commenti che vorrete. Accanto a questo, ora è anche possibile scaricare gli articoli del blog in formato .pdf, così da poterli facilmente stampare ed anche distribuire a chiunque vogliate. Praticamente avrete il “blog sulla carta”. Quanto al contenuto degli articoli, invece, l’ingrediente è sempre lo stesso: la partecipazione! Perciò, invitandovi a dare un’occhiata a tutte le novità, altro non mi resta da dire se non partecipiamo, partecipiamo, partecipiamo!

Alessandro Marchetti

Ps. Il blog continua a far parlare di sé! Ecco il link all’articolo pubblicato su “Il gazzettino” di oggi, 25 Ottobre, che riguarda il problema della segnaletica orizzontale: http://gazzettino.quinordest.it/VisualizzaArticolo.php3?Codice=3124050&Luogo=Treviso&Data=2006-10-25&Pagina=ODERZO%20MOTTA%20QUARTIER%20DEL%20PIAV . Buona lettura!

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21 ottobre 2006

Attenti alla segnaletica!

Nel consiglio comunale di venerdì 13 Settembre, il Sindaco Dalla Libera ha parlato di come voglia essere vicino ai cittadini e dell’importanza della “collaborazione”. Parole sacrosante! Perciò iniziamo subito con un bel contributo di un opitergino:
"Caro Alessandro,
avrai notato che da un po’ di tempo alcuni individui nel tentativo di rifare la segnaletica orizzontale stanno imbrattando le vie cittadine. Sono molto evidenti le linee tratteggiate rese continue da uno sbrodolamento di colore, i segnali di stop non corrispondenti con i precedenti quasi da formare una linea continua, le curve sinuose delle linee in corrispondenza delle caditoie dovute al cattivo funzionamento della macchina. Mi piacerebbe segnalare queste cose all'assessore competente, ma mi piacerebbe anche sapere dove e quando posso trovarlo.
Purtroppo come tantissimi opitergini pago l'ICI e vedere i miei soldi spesi male mi da molto molto fastidio."

P.s.
Per rendere la cosa più tangibile, ho scattato alcune foto delle strade in questione. Per vedere le immagini vai all'indirizzo http://www.oderzopartecipa.it/segnaletica oppure premi il link nella barra destra del blog

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20 ottobre 2006

Evento culturale: incontro con lo scrittore Salvatore Niffoi

Domani sabato 21 Ottobre, alle ore 17, presso la biblioteca civica di Oderzo, si terrà un incontro con lo scrittore sardo Salvatore Niffoi, detto Karrone, vincitore del Premio Campiello con il romanzo “La vedova scalza”. Ad introdurre l’evento ci saranno Tiziana Prevedello Stefanel, presidente della fondazione Oderzo Cultura, e Alessandra Pivato, componente del comitato di gestione del Premio Campiello. Farà da moderatore Aldo Trivellato.
Ottimo appuntamento con un ottimo scrittore.

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19 ottobre 2006

La presentazione del libro “L'Abbazia Benedettina di Sant'Andrea di Busco”

Su richiesta di un lettore, vi racconto della serata di sabato scorso in cui è si è tenuta la presentazione del libro sull’Abbazia di Busco. È stato un appuntamento davvero piacevole al quale hanno partecipato moltissime persone. L’affluenza è stata tanto superiore alle previsioni al punto che coloro che sono arrivati senza un po’ di anticipo (compreso il sottoscritto), sono dovuti rimanere in piedi per tutte le due ore. A parte questo, comunque, oltre che della storia dell’Abbazia e del come è nata l’idea di un libro che la riguardasse, si è parlato molto anche di San Benedetto (quella di Busco è una Abbazia benedettina) e del monastero di Montecassino. A proposito di quest’ultimo monastero, il Maestro Favotto, il quale tra l’altro ha contribuito alla ricostruzione degli originali affreschi perduti, come tutti sanno, durante la seconda guerra mondiale quando venne distrutto, ha affermato, sulla base di documenti che fino a poco tempo fa erano segreti, che gli americani hanno bombardato il monastero pur sapendo che non conteneva armi.
Tornando al libro, va detto che è molto elegante sia nel suo aspetto esteriore sia nel contenuto. Il suo prezzo è assolutamente ragionevole e per averlo basta rivolgersi al Comune di Ponte di Piave.

Alessandro Marchetti

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18 ottobre 2006

I testi antichi nella nostra biblioteca


“[…]Voi (utenti della biblioteca), infatti non siete solamente fruitori dei nostri servizi, ma attraverso i vostri comportamenti e le vostre richieste contribuite a migliorare la qualità e la ricchezza complessiva della Fondazione Oderzo Cultura”.
Le parole che ho riportato sopra non sono ovviamente mie, ma della signora Tiziana Prevedello Stefanel, presidente della fondazione Oderzo Cultura, e le trovate nella presentazione contenuta nella brochure illustrativa dei servizi della biblioteca. A quanto pare la sua disponibilità ad ascoltare gli utenti c’è, perciò mi faccio portavoce di alcune richieste. Nella nostra biblioteca, come in molte altre del resto, i libri storici, anche di interesse locale, non possono essere oggetto di prestito. Ciò per comprensibili motivi: sono antichi, si rovinano facilmente, sono preziosi, ecc. La cosa normalmente costringe chi desidera consultare tali libri o a leggerli nelle biblioteche, o a ricopiare le parti di testo che interessano, o a fotocopiarli (cosa peraltro non troppo facile da fare con i testi antichi). Per ovviare a queste difficoltà, allora, alcune biblioteche hanno pensato bene di far loro una copia di questi libri, così da evitare il rischio che vengano rovinati e in modo da rendere il loro contenuto più facilmente consultabile e prestabile. Hanno insomma adottato un rimedio estremamente semplice e che non incontra nemmeno l’ostacolo del diritto d’autore perché si tratta di libri molto vecchi. Nella biblioteca di Oderzo un tale servizio ancora non c’è, ed infatti alcune persone mi hanno fatto notare tale mancanza. Non credo sia una cosa difficile da realizzare e sono sicuro sarà un gesto molto apprezzato che di certo contribuirà a “migliorare la qualità e la ricchezza complessiva della Fondazione Oderzo Cultura”.

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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16 ottobre 2006

Rallenta Dalla Libera, rallenta!


Il Sindaco Dalla Libera, oltre ad essere il “sindaco dei referendum” è diventato definitivamente anche il “sindaco delle raccolte di firme”. Basta fare una richiesta, quella che vi pare, raccogliere delle sottoscrizioni e a quel punto il gioco è fatto. Vedrete il nostro sindaco impegnatissimo ad esaudire tutti i vostri desideri, in modo veloce veloce. Peccato, però, che ci siano degli effetti collaterali. Da una parte non è detto che legga prima la vostra lista invece che quella di altri, i quali magari vogliono il contrario di quello che volete voi. Dall’altra, siete sempre voi che dovete riflettere bene sulla richiesta che fate perché una volta accolta non si torna più indietro e questo vale per tutti. Ciò lo dico, ovviamente, per coloro che ancora non sanno come funzionano le cose e non certo per chi ha già fatto esperienza sulla propria pelle di queste regole come, se vogliamo proprio fare un esempio, gli abitanti di via Ronche. Fino ad un po’ di tempo fa in via Ronche c’erano i rallentatori. Poi è spuntata una lista di firme con la quale si chiedeva di rimuoverli. Questa lista è arrivata a Dalla Libera… ed ecco che i rallentatori non ci sono più. Il tutto con sommo gaudio di molti residenti che avevano richiesto a suo tempo l’installazione dei rallentatori e che ora si ritrovano a rischiare la vita ogni volta che escono di casa. Dovrebbe essere inutile spiegare il perché di quei rallentatori, ma visto come vanno le cose è meglio dirlo. La strada di via Ronche è una bella strada dritta che invoglia a correre e i residenti, che abitano proprio a ridosso di questa strada, per uscire di casa in macchina devono sporgersi un po’ per aver visibilità. Ora, immaginate cosa accadrebbe se proprio nel momento in cui un residente sta uscendo, magari per andare al lavoro, dovesse passare a tutta velocità un’altra automobile. Mi sembra allora ovvio che in questa situazione il rischio che delle persone si facciano davvero male ci sia eccome! Non è per portare sfortuna, ma per essere realistici. Il pericolo c’è, è impossibile non vederlo. Il punto, poi, è che anche Dalla Libera se n’è accorto! E allora che cosa ha deciso di fare? Ha deciso di mettere autovelox e aggiungere cartelli stradali indicanti il limite di velocità. Ora, a parte le difficoltà di attuare un controllo costante in quella zona, cosa che mi sembra davvero poco praticabile, vorrei far notare che i rallentatori… rallentano, mentre con l’autovelox arriva la multa dopo che si è corso troppo. Telelaser e cartelli stradali per carità sono delle buone cose, ma possono tutt’al più dissuadere, non dare certezza che la gente corra meno per quella via. Quando poi il Sindaco ci dice che “i rallentatori sono troppo pericolosi” (sì, sì! Lo ha detto! V. Gazzettino del 18/8/06) raggiungiamo le vette dell’assurdo e del paradossale. E non mi dica, come ha già fatto (V. lo stesso articolo del Gazzettino), che sono un problema per le biciclette: per farle passare agevolmente basta smussare i rallentatori alle estremità, è una soluzione arcinota!
In ogni caso di rimettere i rallentatori Dalla Libera non ne vuole sapere. E pensare che anche qualche consigliere (Martin, ad esempio) si è espresso a favore della loro risistemazione invitandolo a ripensarci. Ma lui niente, sempre dritto per la sua strada… priva di rallentatori a questo punto!
Mi permetto allora di far notare al nostro Sindaco che un atteggiamento tanto rigido è spesso controproducente. Cambiare idea non sempre è un male, anzi molte volte è segno di intelligenza (lo ha detto anche lui nel consiglio di venerdì 17 Ottobre). E come dice un vecchio proverbio, “errare è umano, ma perseverare nell’errore diabolico”.

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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14 ottobre 2006

Una indennità a me, una indennità a te,
una indennità a me, una indennità a te, …


Le persone che prestano la loro attività per un ente sono ad esso legate da un rapporto che si chiama “rapporto di servizio”. Esistono vari tipi di “rapporto di servizio”: coattivo, volontario, professionale, onorario. Coattivo è quello imposto dalla legge, come, fino a poco tempo fa, il servizio militare. Volontario quello in cui liberamente la persona decide di instaurare il rapporto. Sottocategorie di quest’ultimo tipo, e così arriviamo a quello che qui interessa, sono il rapporto di servizio professionale, in cui la persona presta la sua attività come lavoro e per questa percepisce una retribuzione(es. il dipendente pubblico), e il rapporto di servizio onorario, in cui chi presta l’attività, anche se deve svolgere i compiti legati alla carica assunta, non lo fa come lavoro, e per questo percepisce una indennità (es. parlamentari, ministri, consiglieri regionali, sindaci). L’indennità non è una retribuzione, ma è una sorta di “contributo” che viene dato al titolare della carica per poter svolgere la sua attività. Una volta le cose andavano diversamente: chi era legato da un rapporto di servizio “onorario”, veniva ripagato dall’ ”onore”, appunto, di ricoprire quella carica. Ben s’intenda: ideale nobilissimo questo, perché chi svolgeva le funzioni lo faceva in maniera assolutamente gratuita, senza gravare sulle tasche dei cittadini e si accontentava dell’onore. Questo sistema, però, aveva un piccolo difetto. Se uno non aveva alle spalle un buon sostegno economico, se lo sognava di ricoprire cariche pubbliche. In sostanza era precluso l’accesso a queste funzioni per coloro che, non essendo sufficientemente benestanti, non potevano permettersi di lavorare gratia et amore Dei. Ed ecco, allora, come sorge l’idea dell’indennità. Per permettere a tutti di partecipare alla vita dello Stato (o della Regione, Provincia, Comune) vengono assegnati i mezzi, le risorse per farvi fronte, viene cioè assegnata l’indennità. E ancora una volta l’ideale perseguito è molto nobile, perché a chiunque è garantita la possibilità di ricoprire cariche pubbliche. Se questa è la storia e l’evoluzione dei concetti e della relazione Stato-persone con riguardo al rapporto di servizio onorario, va però detto che oggi esiste una situazione distorta tale che restano fermi i nomi degli istituti, ma sono saltate le logiche di fondo che li giustificano. Se l’indennità nasce come strumento per dare la possibilità ai meno abbienti di partecipare alla vita politica, vi pare ragionevole che tutti la percepiscano a prescindere da un reale bisogno? In parole povere: perché gente stramiliardaria come l’ex presidente del consiglio, per dirne uno (forse il più famoso, ma non l’unico), dovrebbe percepire l’indennità (che altro non è che soldi raccolti dalla collettività, soldi pubblici)? Che senso ha?! Anche intuitivamente, si sente che c’è qualcosa che non va. E ancora: perché a titolo di indennità, che, lo ripeto fino alla nausea, è fatta per garantire un supporto economico ai meno abbienti così che possano permettersi di svolgere incarichi pubblici, i parlamentari (per citare l’esempio più emblematico) percepiscono più di 10.000 euro al mese (ai quali, comunque, andrebbero aggiunti i 4.000 mensili di “diaria”, i 4.200 mensili per “spese inerenti al rapporto tra eletto e elettori”, i 3.300 trimestrali per spese di trasporto, i 3000 annui per spese telefoniche, i 3.100 annui per spese qualora si rechino all’estero ed altri servizi gratuiti come tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea)? Non vi pare un po’ troppo sia in assoluto, sia in relazione alla funzione dell’indennità? E contate che in parlamento sono circa in 1000 tra deputati e senatori, perciò fate voi i calcoli… A me pare che la funzione dell’indennità oggi come oggi, abbia subito una distorsione piuttosto evidente. Anzi direi che per come è concepita adesso, sarebbe più corretto parlare di retribuzione, dato che quelle somme sono sganciate da qualsiasi considerazione che guardi all’effettivo bisogno della persona. Inoltre, in molti casi, come quello dei parlamentari, le cifre sono decisamente troppo alte e non si giustificano in relazione alla funzione che l’indennità dovrebbe avere. A me sembra opportuno recuperare il vero spirito, l’originale logica che animava questo concetto. E questo passa attraverso: 1- il generale ridimensionamento delle somme dovute a titolo di indennità; 2- la differenziazione dell’entità delle somme sulla base della situazione economico-patrimoniale di chi ne ha diritto, da misurarsi di anno in anno (e cioè chi è più ricco avrà una indennità più bassa di chi lo è meno) ; 3- l’eliminazione dell’indennità per chi ha redditi estremamente alti (è il caso dei milionari). In questo modo ci sarebbe una razionalizzazione delle spese statali e la valorizzazione, oltre che il giusto compromesso, di quegli alti ideali di garanzia di partecipazione alla vita dello Stato a favore di chiunque, da una parte, e di onore legato alla carica pubblica, dall’altra. E così coloro che hanno la fortuna di essere ricchi non avrebbero troppo da ridire dato che a quei livelli le questioni di soldi non esistono (e vorrei vedere chi di loro sarebbe pronto a dire pubblicamente il contrario); i meno abbienti avrebbero tutte le risorse necessarie; e chi si trova in una fascia di ricchezza intermedia riceverebbe un equo indennizzo per le spese, il sacrificio sopportato e il lavoro svolto.
Ovviamente per fare tutto ciò ci vuole il solito, famoso e spesso introvabile ingrediente: una seria volontà di cambiare le cose. Non so chi ce l’abbia in tasca questo ingrediente, ma speriamo che arrivi in nostro soccorso al più presto. Nel frattempo non ci resta che ricordare, anche in maniera insistente se continuano a non ascoltarci, quello che vorremmo si facesse a coloro che qualcosa possono fare e che, fino a prova contraria, dovrebbero rappresentarci.

Io partecipo
Alessandro Marchetti


Ps. Sull’argomento vi segnalo questi due link:
www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/01_Gennaio/13/stipendi.shtml
http://testo.camera.it/deputatism/4385/documentotesto.asp

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13 ottobre 2006

Evento culturale: presentazione del libro “L'Abbazia Benedettina di Sant'Andrea di Busco”.


Sabato 14 ottobre, cioè domani, alle ore 21.00 presso la canonica di Busco di Ponte di Piave, avrà luogo la presentazione del libro scritto da Giuseppina Piovesana, Don Brunone De Toffol e Ulderico Bernardi dal titolo “L'Abbazia Benedettina di Sant'Andrea di Busco”. È il primo studio storico sull’Abbazia di Busco ed ha impegnato gli autori in anni di ricerca e documentazione. Giuseppina Piovesana parlerà della storia dell’Abbazia per quanto riguarda la causa con la Serenissima (responsabile della sua soppressione). Don Brunone De Toffol ripercorrerà l’evoluzione dell’Abbazia da quando è stata fondata ad oggi. Ulderico Bernardi presenterà i “Poetici scherzi autunnali” scritti in omaggio all’Abbazia che in quel momento era diventata una villa. Alla presentazione parteciperanno anche l'assessore Claudio Rorato, don Giorgio Maschio e il Maestro Sergio Fagotto.
Insomma, i presupposti per una buona “serata storico-letteraria” ci sono tutti, perciò vi consiglio di esserci!

Alessandro Marchetti

Ps. Questa sera io e alcuni giovani de “la gioventù che partecipa” assisteremo al consiglio comunale di Oderzo. Se volete scambiare due chiacchiere saremo lì dalle 20.30-21.00 circa.

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12 ottobre 2006

Toc toc! C’è qualcuno?!...Volume 2


Il blog de “la gioventù che partecipa” comincia a far parlare di sé. E così ne “Il gazzettino” di oggi, giovedì 12 Ottobre, è stato pubblicato un articolo, scritto dal giornalista Tommaso Bisagno, dal titolo “Nel sito ufficiale del Comune non ci sono gli assessori” (questo il link per leggerlo online: http://gazzettino.quinordest.it/VisualizzaArticolo.php3?Codice=3105679&Luogo=Treviso&Data=2006-10-12&Pagina=ODERZO%20MOTTA%20QUARTIER%20DEL%20PIAV) in cui, tra le varie cose, si è parlato delle nostre perplessità circa la scarsa presenza nel sito di Oderzo di informazioni (numeri di telefono, orari di ricevimento, email) che riguardino gli amministratori. Speriamo che almeno adesso qualcosa si muova! A dire la verità, pur restando sempre un parto lungo e difficile, il sito web di Oderzo in questi giorni qualche notizia sui nuovi amministratori comincia a contenerla. Ancora sconosciuto resta tutto ciò che riguarda gli assessori. Però il vice sindaco De Luca ha provveduto a fornire due email. È un piccolo passo in avanti, ma non lamentiamoci troppo, per come siamo messi va bene anche una sola mail in più! Dopotutto, “chi va piano, va sano e va lontano” è un proverbio sacrosanto… e a quanto pare la nuova amministrazione ne ha fatto un solido criterio guida. Dai, avanti assessori, che di questo passo le mail, i numeri di telefono e gli orari di ricevimento dovreste riuscire a pubblicarli online per fine mandato! Forza e coraggio!

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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11 ottobre 2006

Quelle piccole cose per l’ambiente.


Rispettare l’ambiente non è da parte nostra una facoltà, ma un dovere! Mio padre ed io, in gran parte dei terreni di nostra proprietà, abbiamo deciso di ricreare un bosco. 3000 piante che si estendono in circa 1 ettaro e mezzo e che ora hanno 10 anni. Perciò il nostro bel contributo alla natura l’abbiamo dato. È ovvio, però, che non tutti possono permettersi di fare questo. Ma resta vero il fatto che il rispetto dell’ambiente passa anche attraverso gesti più piccoli e quotidiani. Primo fra tutti il riciclaggio e la differenziazione dei rifiuti in casa. E da questo punto di vista gli opitergini si sono comportati estremamente bene (ci sono stati vari riconoscimenti ufficiali). Ma ci sono altri esempi. Banalmente, le borsette di plastica delle spesa andrebbero proibite! Ottimo sarebbe usare borse in tela o carrelli personali. Quantomeno si potrebbero riutilizzare i contenitori in plastica che riempiono puntualmente le nostre case. Un contributo all’ambiente, poi, lo si po’ dare con delle sane incazzature. Perché per mangiare un merendina devo prima scartare venti involucri di plastica? Non c’è un perché! Allora vi riporto una proposta di Grillo: gli involucri inutili lasciateli ai supermercati! Così saranno questi a riempirsi di spazzatura inutile e non noi, e allora i produttori smetteranno di fabbricarli. Ancora: le bevande sono perlopiù contenute in bottiglie di plastica. Quindi le si usa una volta e finito il prodotto nel migliore dei casi le si ricicla. Anche in questo caso non c’è un perché di questo mare di bottiglie di plastica e di continuo usa e getta. Le bevande si dovrebbero mettere in bottiglie di vetro. Quando uno le compra deve pagare la cauzione per le bottiglie e poi, finito il prodotto, le riporta al supermercato dove gli ridanno indietro la cauzione e dove le bottiglie vengono rispedite al produttore che le lava e le riutilizza riempiendole di nuovo. Così uno stesso contenitore non viene buttato via, ma viene invece riutilizzato 100 volte, e un consumatore sa che non gli conviene inquinare perché se getta le bottiglie dove gli pare sa che perde i soldi della cauzione. In Germania questa è la regola, e a dire il vero lo era anche da noi fino a qualche tempo fa. Poi la plastica ha regnato sovrana. E allora c’è da chiedersi di nuovo: perché? Lo abbiamo davvero voluto noi?
Queste che ho esposto sono le prime cose che mi sono venute in mente, ma modi per contribuire alla salute del nostro pianeta, al rispetto dell’ambiente ce ne sono molti. Come dicevo all’inizio, possono anche essere piccoli contributi, ma se ognuno fa la sua parte, il risultato alla fine sarà meravigliosamente sorprendente!

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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10 ottobre 2006

Consigliamo: 13/10/06


È convocato il Consiglio Comunale di Oderzo il giorno 13/10/06, alle ore 19.30, presso la sede municipale principale. (fonte: www.comune.oderzo.tv.it)

Io e alcuni ragazzi de “la gioventù che partecipa”, come promesso, ci saremo. Partecipate anche voi!

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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Consigliamo!


Così come i parlamentari, anche sindaco e consiglieri comunali sono nostri “dipendenti”. Lavorano per la collettività e per il suo bene, e quindi lavorano per noi (sul punto rimando sempre alla lezione di Beppe Grillo). Ora, il modo migliore per controllare che questi nostri “dipendenti eletti” lavorino davvero bene e davvero per noi è andare ad ascoltarli proprio mentre lavorano. E questo lo si può fare, ad esempio, assistendo ad un consiglio comunale. Io ho assistito a vari consigli comunali e siccome questa esperienza ha suscitato in me varie riflessioni ve ne voglio riportare alcune. Innanzitutto vorrei convincervi del fatto che andare a vedere sindaco, assessori e consiglieri tutti riuniti in una stessa stanza discutere tra loro, fa bene. So che può sembrare una perdita di tempo o addirittura inutile, ma non è affatto così. Andate ad un consiglio, non serve che c’andiate a tutti, ne bastano pochi, anche uno solo, e vi assicuro che già così capirete moltissime cose. Provare per credere! Capirete chi sono i vostri “rappresentanti” in Comune, come lavorano, come prendono le decisione e sulla base di quali motivi, come viene amministrata la nostra città. Poi è vero che i consigli spesso si prolungano fino a tarda sera, ma è altrettanto vero che ognuno è libero di andarsene quando vuole, nessuno è costretto a rimanere lì fino alla fine. Come è vero che ci si può trattenere ad ascoltare la discussione anche di un solo ordine del giorno, magari particolarmente importante, e tralasciare gli altri.
Si tratta insomma di fare un piccolo sforzo, ma molto importante perché è nel nostro interesse. Ed è davvero un peccato vedere che, tolti i primi consigli in cui l’euforia è a mille e la sala consiliare è gremita di persone, perlopiù sostenitori delle varie liste, la gente che partecipa di volta in volta diminuisce per ridursi alla fine ai soli giornalisti. Tenete presente, inoltre, che certo come pubblico non possiamo intervenire, ma che nulla ci impedisce di commentare tra noi quello che dicono, di discutere, informarci e trasmettere informazioni. Perciò forza, “consigliamo” tutti insieme, che fa bene!

Io partecipo
Alessandro Marchetti

P.s. Ho deciso di pubblicare sul blog le date in cui si terranno in consigli comunali ad Oderzo, con i relativi ordini del giorno e di evidenziare quelli più importanti, così da tenervi sempre aggiornati. Ovviamente cercherò di essere sempre presente ai consigli (normalmente troverete me, ma se non potrò esserci a sostituirmi ci sarà un mio collaboratore). Potrebbe essere una buona occasione per conoscerci. Pensateci!

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07 ottobre 2006

L’informazione… quella vera!


In un mio precedente post ho consigliato a tutti di andare a Villorba in occasione dello spettacolo di Beppe Grillo, “La scienza in piazza”. Dicevo che sarebbe stato un appuntamento imperdibile, e tale si è dimostrato. Qualcosa sapevo già dei danni che provocano gli inceneritori e delle nanopatologie, ma ascoltare il dott. Montanari, che queste cose le ha scoperte e studiate, è stato illuminante. La conoscenza, quella vera, e l’informazione ti fanno vedere le cose da un diverso punto di vista, ti fanno scoprire un “nuovo mondo”. Un nuovo mondo che è terribile, orrendo, ma che purtroppo è quello vero e che spesso ci nascondono! Un nuovo mondo che ha qualcosa di marcio, fatto di un nuovo tipo di inquinamento invisibile e letale, fatto di una nube di sostanze pericolosissime e talmente piccole che una volta entrate nel nostro corpo rimangono imprigionate per sempre e cominciano ad agire come dei tarli che ti consumano piano, piano. Diceva il dott. Montanari che una caratteristica che distingue nettamente gli essere umani dagli altri animali è il fatto che noi, e solo noi, inquiniamo. Il punto è che siamo riusciti a superarci e a creare, appunto, un nuovo tipo di inquinamento. Gli inceneritori, i fumi industriali e quelli delle nostre macchine ci stanno uccidendo in un modo che fino a poco tempo fa non conoscevamo. Si è parlato tanto di pm 10, le polveri sottili, ma i problemi maggiori le creano le polveri ancora più piccole, quelle che sembrano non esistere perché non si riescono a misurare, ma che invece ci sono eccome e sono anche mille volte più pericolose. Allora ecco le macchine “Euro 4” che dovevano risolvere tutti problemi e che invece ne creano di ancor più grandi perché emettono materiali piccolissimi per di più accompagnati da altre sostanze anch’esse estremamente dannose. Senza pensare che persino alcuni cibi, spesso di famose marche, che mangiamo ogni giorno contengono al loro interno proprio queste sostanze! Tutte queste cose la gente dovrebbe saperle. Altro che rubrica gusto e reality show! Altro che programmi da rincoglionimento di massa! Queste sono cose che si devono dire, di cui si deve parlare, perché ci riguardano in prima persona. Riguardano la nostra salute, quella dei bambini. Ma purtroppo non è così! E pensate che spesso anche chi studia questi problemi del mondo moderno viene frenato, gli vengono impedite le ricerche. Allo stesso Montanari hanno tolto il microscopio che usava per fare queste analisi. La sua e nostra fortuna è che Grillo e molte altre ammirabili persone hanno provveduto a ricomprargliene uno.
Insomma, ci sarebbe davvero tanto da dire, ma siccome non sono un esperto di queste cose e so che non saprei spiegarvi nel modo più esauriente questi problemi, la cosa migliore che posso fare e rimandarvi al sito di Beppe Grillo (www.beppegrillo.it) e agli articoli scientifici del dott. Montanari e della d.ssa Gatti. Vi consiglio davvero di darci un’occhiata se non l’avete già fatto e credetemi se vi dico che non avete nemmeno una lontana idea di quello che scoprirete.

Alessandro Marchetti

06 ottobre 2006

Il cinema in biblioteca.


Vorrei lanciare una proposta. È vero che una biblioteca per definizione contiene libri, ma è anche altrettanto vero che esistono biblioteche in cui, oltre ai libri, vengono messe a disposizione dei cittadini anche opere cinematografiche. Una sorta di videoteca nella biblioteca. Potrà sembrare paradossale, ma l’idea secondo me è molto interessante e potremmo attuarla anche nella nostra città. Ovviamente questa videoteca dovrebbe essere composta non da film qualsiasi, ma da quei film che sono considerati veri e propri capolavori o pezzi di storia del cinema. Penso alle opere di Fellini, Rossellini, De Sica, Monicelli, Comencini Leone, ma anche a quelle di Wilder, Welles, Kubrick, Malick, Coppola, spaziando dal cinema meno recente a quello più attuale. Considerate, inoltre, che alcuni film molto importanti e che vale la pena vedere, sono ai limiti dell’introvabilità per una persona, e quando li proiettano in televisione, se li proiettano, ciò avviene in decima serata quando tutti dormono profondamente. Perciò quello che propongo potrebbe essere davvero un buon servizio per far conoscere, soprattutto ai giovani, delle opere d’arte con le quali, altrimenti, difficilmente verrebbero a contatto. Ricordiamoci che il cinema è cultura. Perciò non mi resta che lanciare un appello al nuovo assessore alla cultura della nostra città, avv. Meri Zorz, perché si impegni a realizzare questa idea che è tutt’altro che una brutta idea e che è già stata attuata altrove, o quantomeno a motivare il disinteresse. L’impegno per realizzarla non dovrebbe essere dei più massacranti e poi sono sicuro che l’attuale amministrazione ha un occhio di riguardo per i giovani e per la cultura, perciò spero ci pensi seriamente. Se poi anche voi lettori, sempre ovviamente che apprezziate l’idea, vi attiverete, ad esempio commentando questo post, allora dovranno ascoltarci per forza, no?

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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04 ottobre 2006

Un Gemellaggio per Oderzo


Sono appena tornato dal viaggio in Germania per festeggiare i 20 anni di gemellaggio tra Meduna di Livenza e la città tedesca di Sennfeld, ed è stata nuovamente un’esperienza meravigliosa. Ero in quinta elementare quando ci sono andato per la prima volta e da quel momento il viaggio del gemellaggio è stato per me un appuntamento fisso ed imperdibile. Non vedevo l’ora che venisse l’estate proprio per andare in Germania e non c’è stata volta in cui non mi sia divertito. Era da un po’ di tempo che, per vari motivi, ero costretto a saltare questo appuntamento annuale, ma quest’anno sono finalmente riuscito ad andare di nuovo. Non che io sia vecchio, ma da quando avevo 11-12 anni a oggi ne è passata di acqua sotto i ponti, e così in questo mio ultimo viaggio ho potuto anche avere la conferma che questa è un’esperienza fantastica sia per i bambini, sia per coloro che tanto bambini non sono più. È sempre estremamente interessante venire a contatto con abitudini diverse dalle nostre, differenti costumi e tradizioni, confrontare il nostro stile di vita e il nostro modo di pensare. E poi, ovunque si vada, ci sono sempre paesaggi, monumenti e particolarità tipiche che vale la pena di vedere. Insomma, oltre che divertente, quella del gemellaggio è senza dubbio e a tutte le età un’esperienza altamente formativa ed educativa che sinceramente consiglio. Come dicevo, però, tutto questo mi è stato possibile viverlo perché sono molto legato a Meduna di Livenza, pur essendo da sempre opitergino. Ad Oderzo invece niente, il gemellaggio resta cosa sconosciuta. E pensare che proposte ne sono anche state fatte in passato. Il punto è che, per non si sa quale motivo, nessuna è andata in porto. Allora eccomi qui, pronto a lanciare nuovamente l’idea di un gemellaggio per Oderzo. E non solo. Voglio anche proporvi la città con la quale si potrebbe instaurare questa particolare amicizia: Stoccarda. Questo scelta ovviamente non è assolutamente arbitraria, ma è motivata in primo luogo dal fatto che la vecchia amministrazione comunale ha intessuto degli ottimi rapporti con alcuni funzionari di Stoccarda, sviluppatisi durante la manifestazione internazionale “Cervia-Maggio in fiore”; in secondo luogo, dal fatto che già ci sono delle persone che si sono offerte di occuparsi di questo progetto e che hanno i contatti necessari per attuarlo. Senza poi contare che Stoccarda è una città meravigliosa (chi l’ha visitata lo sa bene) ed estremamente importante (centro di studi universitari, patria del filosofo Hegel, punto di riferimento dell’editoria tedesca, famosa per le industrie come la Mercedes e la Porche). Quale sostenitore dell’iniziativa sono ovviamente pronto ad impegnarmi in prima persona alla sua realizzazione. Dopotutto già ho dato la mia piena disponibilità al comitato del gemellaggio di Meduna di Livenza-Sennfeld, ed è chiaro che altrettanto farò per quello della mia città. C’è quindi la proposta, c’è la possibilità di instaurare un gemellaggio con la bellissima città di Stoccarda, e ci sono le persone disposte ad impegnarsi per realizzarlo. A questo punto manca solo la volontà dell’amministrazione. Ma come sempre, i nostri “amministratori-dipendenti” non possono non ascoltare noi “elettori-datori di lavoro”. Perciò non dobbiamo fare altro che parlarne con gli amici, informare le persone, raccogliere consensi e far sentire la nostra voce. Quando busseremo alla porta del Sindaco, non gli sarà certo possibile tirarsi indietro.

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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03 ottobre 2006

Arriva Beppe!


Non che abbia bisogno di pubblicità da parte mia, comunque avviso chi ancora non lo sapesse che giovedì 05 Ottobre alle ore 21.00 (apertura alle 19.00) al Palaverde di Villorba ci sarà uno spettacolo gratuito di Beppe Grillo accompagnato dal dott. Stefano Montanari in cui si parlerà degli inceneritori e dei danni che provocano alla salute (nanopatologie) e all’ambiente. Inutile dire che è un appuntamento da non perdere!


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