La gioventù che partecipa-Oderzo

28 febbraio 2007

Tanti saluti!


A dicembre nelle case di tutti gli opitergini è arrivato il giornale del Comune di Oderzo “QUI Oderzo”, n. 8. Un giornale pieno di sorprese ed di alcune di esse ne abbiamo anche già parlato.
Ma la vera perla resta il primo articolo (della serie chi ben comincia è a metà dell’opera!): “Il saluto del Sindaco”. Tanto che da oggi il giornale cambia nome: “QUI Oderzo…Sicura”!.
Ne riporto perciò qualche passo accompagnato da una libera personale interpretazione.

Per Oderzo è una novità assoluta che un Sindaco e due liste civiche, Oderzo Sicura e Cittadini Uniti, fuori dai partiti, e senza aver fatto apparentamenti o accordi elettorali con partiti, abbiano avuto mandato dagli Opitergini di governare la Città”
va letto:
Marameo che vincevo le elezioni senza l’aiuto degli altri partiti! Io ero andato al ballottaggio e per vincere contro la Lega serviva per forza un accordo con FI e le sinistre. Altrimenti tutti a casa di nuovo.

“[…]ho voluto, come promesso in campagna elettorale, che Oderzo non fosse amministrata solo dai vincitori (Oderzo Sicura e Cittadini Uniti) ma che la composizione della Giunta fosse allargata anche ad altri candidati Sindaci, Bruno De Luca e Francesco Montagner, per essere il più possibile rappresentativa degli opitergini.
Va letto:
Viviamo in un brutto mondo, in cui nessuno fa niente per niente. Gli alleati la loro parte l’avevano fatta e allora, dato che avevo vinto, toccava a me fare la mia.

Ciò è estraneo a qualsiasi logica di “inciucio”, come da alcuni è stato maliziosamente insinuato”
Va letto:
Speriamo che non se ne sia accorto nessuno…

“L’obbiettivo è affermare nella politica non il primato dei partiti, ma il primato dei Cittadini”
Va letto:
…già, speriamo…


Io partecipo
Alessandro Marchetti

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27 febbraio 2007

Avviso: Consiglio Comunale


Mercoledì 28 febbraio presso il municipio, alle ore 19.00 è convocato il Consiglio Comunale di Oderzo.

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24 febbraio 2007

Marchetti legge Dante


Un amico opitergino mi ha scritto:

“Ho un dubbio e sto cercando qualche anima buona che mi illumini.

Leggiamo il cartello allegato (clicca qui per vedere il cartello), nel modo della lingua italiana da
sinistra a destra dall'alto al basso, troviamo:

DIVIETO DI SOSTA
INIZIO
SOSTA VIETATA
PARCHEGGIO
CONSENTITO ALLE AUTOVETTURE
DIVIETO DI SOSTA
FINE DIVIETO DI SOSTA

Tu che sei uomo di legge cosa ne pensi?”

Sarò (forse) uomo di (fuori)legge, ma pur sempre un uomo! Qui ci vuole una mente superiore per capire questo paradosso universale di cartello.
Probabilmente è la chiave per capire come funziona il mondo o per viaggiare nel tempo. Chi potrà mai saperlo? Anzi, temo che non lo sapremo mai!
E allora altro non mi resta che consolarmi con Dante:

"vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare."

Alessandro Marchetti

Ps. Questa mail mi è stata inviata il 5 novembre 06 con l’avviso che le autorità competenti erano state avvisate e si erano accorte della stranezza. Sono passati 4 mesi circa ed il cartello è ancora lì. È vero che è divertente, però qualcuno provveda lo stesso a sistemare. Dopotutto è una piccola cosa, facile da risolvere. Grazie.

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22 febbraio 2007

Dialogo e civiltà


In un paese la democrazia si vede dalla presenza di voci discordanti e opposte, e la sua civiltà nasce dalla dialettica e dal confronto. Perciò mi sia permesso di fare un sincero complimento a “Il Dialogo”, periodico della comunità opitergina, non solo per l’”apertura” che caratterizza la sua linea editoriale, ma anche per il discorso di civiltà contenuto nel numero 12 di Dicembre 2006. Ne riporto un passaggio:

“[…]chi amministra per conto della collettività si espone a critiche ed errori; l’errore più grande sarebbe quello di non ammettere critiche o considerarle segno di ostilità. Da parte nostra, niente di tutto questo, ma l’intento di stimolo costruttivo, nella profonda convinzione comunque che chi dedica tempo ed energie per il bene comune merita ogni rispetto.”(tratto da “Il Dialogo allo specchio”, Dialogo n.12 Dicembre 2006, p.13)

Alessandro Marchetti

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20 febbraio 2007

Natura artificiale


Quello che ci circonda è sempre più un mondo “costruito”. I nuovi animali sono le macchine, le nuove stalle i parcheggi, il nuovo fluttuare dell’aria il rumore del traffico, il nuovo canto degli uccelli il suono del clacson.
Chi in questo mondo c’è entrato, piano piano si sta abituando; mentre chi in esso c’è nato non si accorge di niente.
E allora è normale che soprattutto i bambini crescano con una idea un po’ distorta, per non dire asettica, della natura. Manca il contatto diretto con essa.
Lo avevo anche già detto qualche tempo fa quando ho parlato della vacca (non mucca!) in cartapesta che la Coldiretti aveva messo in Piazza a Oderzo per la gioia dei bambini che giocavano correndole attorno (e che qualcuno voleva togliere perché era poco chic… poco chic, ca..o, ma vi rendete conto!!!).
A volte la trovo una cosa impossibile da credere eppure alcuni amici agricoltori mi raccontano di bambini che li vanno a trovare tutti incuriositi perché vogliono vedere come è fatta …una gallina!
Gli animali ormai li vedono solo disegnati nei fumetti. Sono convinti che il latte lo faccia il frigorifero. …E guai a dirgli da dove escono le uova!
E così si perde la tradizione, si perde la cultura e soprattutto la bellezza della natura.
Ai bambini bisogna far conoscere le cose. E hanno bisogno di una “gita” in campagna quanto meno per rinfrancarsi dagli effetti del tubo catodico ipnotico che ormai li attrae tutti e tutti i giorni.
Vi faccio un altro esempio: le api. Le api sono degli animali incredibili. Studiare il loro comportamento è una cosa assolutamente affascinante. E poi fanno il miele che è un alimento straordinario (che tra l’altro rispetto alla media europea noi italiani consumiamo pochissimo).
Un ispettore scolastico del Distretto di Oderzo, scrisse una volta in una circolare che i maestri delle scuole elementari avrebbero dovuto svolgere due lezioni mensili sulla coltura delle api, sul miele e sulla cera. La circolare è datata 1864.
Un preside o un professore che facesse oggi una cosa simile sarebbe semplicemente un eroe!


Io partecipo
Alessandro Marchetti

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15 febbraio 2007

ODERZO PARTECIPA numero 11

Scarica e stampa il file pdf “ODERZO PARTECIPA numero 11 (febbraio 2007)” collegandoti all’indirizzo www.oderzopartecipa.it/carta

...da queste parti la partecipazione è spesso appesa al filo di una (contro)informazione...”

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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14 febbraio 2007

Il giorno della memoria e del ricordo


Il 10 febbraio si è celebrato “il giorno del ricordo” perché non venga mai dimenticata la tragedia delle foibe e qualche settimana fa, il 27 gennaio, è stato “il giorno della memoria” perchè non si dimentichi l’orrore dell’olocausto.
Sono giorni importanti, in cui ognuno dovrebbe prendersi un po’ di tempo per ricordare e per riflettere. Per riflettere sull’atrocità della violenza, su come possa esserci stata tanta crudeltà e tanto odio tra gli uomini. Su come l’odio non può far altro che generare odio, su come la violenza crei un circolo vizioso che genera atti sempre più disumani.
Ecco, per me questi giorni sono i giorni della “memoria dell’inutilità e della brutalità di ogni violenza”: così ricordo ciò che hanno dovuto subire le vittime delle foibe e gli ebrei nei lager. Ma anche quello che è successo agli Armeni, vittime di uno dei primi genocidi della storia moderna; di ciò che è accaduto in America quel tristemente noto 9/11; di ciò che è successo in questi anni in Iraq; di quello che quello che continua ad accadere sia in Israele che nei territori palestinesi.
E questa mia memoria voglio che sia molto di più di una semplice rispolverata di fatti storici. Io la vedo come una assunzione di responsabilità perché cose del genere non avvengano più, come un riconoscimento di valori universali di umanità e civiltà, momento di vera e profonda riflessione.
Desidero, in conclusione, riportarvi un brano del sempre grande Guareschi, che l’atrocità della prigionia l’aveva vissuta in prima persona, e invitarvi a pensare:

“ «Tutti quelli che dovevano morire sono morti. Quelli che credevano una cosa, e quelli che credevano il contrario. Anche quelli che non credevano niente e che si sono ritrovati coinvolti nella faccenda senza capire niente. E quelli che ancora vivono cominceranno dolcemente a dimenticarli».
Io ho letto da qualche parte queste parole e adesso mi risuonano all’orecchio, e se non le avesse scritte un altro, le avrei scritte di sicuro io adesso. Quelle parole o press’a poco. È finito il dopoguerra, è finita l’avventura e io risento il sapore della noia dolciastra della normalità.
La gente riprende a contare il suo danaro e ad esso si aggrappa, e la signora pensa che, se non fosse per la spesa, comprerebbe subito i pezzi che mancano per completare il servizio da caffè. La signora ricomincia a vergognarsi di avere nel servizio da caffè tre tazze che non c’entrano né come forma né come colore.
Tutto questo è molto bello ma è profondamente triste: e i morti sono sempre più lontani. ” (Giovannino Guareschi, Corrierino delle famiglie, 1954)


Alessandro Marchetti

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11 febbraio 2007

Il mondo apparente


Qualcuno dirà che il nostro povero mondo sta andando avanti per inerzia.
E invece no: il mondo sta andando avanti per apparenza.
L’importante oggi non è ciò che si offre, sia esso un prodotto o una idea; ma è come lo si offre. Il marketing, in un po’ tutti i settori della nostra vita, è fondamentale, perché ancora più importante di dare un buon servizio o buon esempio è il vendere o il farsi apprezzare. A quel punto, infatti il risultato è raggiunto e come dice la canzone “chi ha dato, ha dato, ha dato; chi ha avuto, ha avuto, ha avuto”.
Proprio l’altro giorno, controllando la posta, ho visto una cosa meravigliosa che mi ha dato una piccola conferma di ciò. Tra le varie pubblicità ce n’era una di una nota catena di fast-food nel cui volantino campeggiava meravigliosa, ma che dico, si ergeva maestosa l’immagine di un magnificente panino. Insomma inutile che vi dica che invogliava davvero a mangiarselo. La cosa davvero fantastica però si trovava all’interno dove accanto a varie immagini di panini tipo quello delle copertina c’era scritta in piccolo piccolo, anzi microscopico, la seguente frase: “immagini puramente dimostrative”. È una cosa incredibile un po’ per il fatto che sia lecito farla e un po’ perché a questo genere di cose siamo in qualche modo abituati. Puntano tutto su l’immagine. Che poi il prodotto sia proprio quello è una cosa tutta da vedere.
Inoltre queste tattiche hanno l’effetto di far dimenticare che quel bellissimo cibo non è esattamente salutare. O meglio lo si sa, però… però… è così bello quel panino, come si fa a dire di no!
Mi permetto a questo punto di segnalarvi un piccolo, ma splendido documentario per togliervi “l’incanto dell’apparenza”. Il film si chiama “Super size me” e il regista, Morgan Spurlock, fa un esperimento su di sé: mangia per un mese intero nei fast-food mostrando cosa gli succede ogni giorno che passa. Educativo (e impressionante), credetemi. Ma non solo: conduce anche una riflessione interessantissima sulle tattiche di marketing e su come siano diaboliche in particolare su soggetti più deboli: i bambini.
Peciò prendetevi una sera libera e noleggiate il dvd, che ne vale la pena.
Ma il post non finisce qui.
Sempre in linea con la tendenza “apparire è meglio che essere”, guardando la televisione mi sono imbattuto più di una volta in programmi agghiaccianti. Tra i tanti ve ne racconto uno abbastanza conosciuto a che ha avuto un grande successo (!). Il meccanismo è questo: un ragazzo ha una macchina che più che assomigliare ad un’auto, pare una carriola a motore; quindi arriva il conduttore del programma, la porta in una super officina dove la trasformano in uno spettacolo d’auto e quindi gliela riconsegnano. Ora, è anche bello vedere come dei carrozzieri professionisti riescano a trasformare un rudere in un gioiello: c’è arte in questo, è innegabile. Però è la filosofia di fondo del programma ad essere allarmante. Dall’inizio alla fine l’idea è che il proprietario ha bisogno di una macchina meravigliosa perché altrimenti non è nessuno; perché altrimenti non è rispettato; perchè la realizzazione di un giovane non passa attraverso quello che sa e quello che può fare per gli altri, ma per quello che ha e che può mostrare di avere. Di questo passo in un paio di generazioni le scimmie saranno la specie più evolute del pianeta!
A questo punto dovete considerare che una di queste generazioni spesso sembra già di averla davanti agli occhi. Ci sono persone, celebrità ovviamente(ne hanno parlato di recente anche i giornali), che non fanno niente, sono il nulla più assoluto, la povertà intellettuale fatta persona, eppure sono ammirate dai ragazzi molto giovani come degli dèi in terra. E questo perché hanno soldi, sono trasgressive, sono alla moda. In una parola: appaiono bene!
A questo punto non so davvero cosa pensare. Una volta c’erano gli ideali, si discuteva e si lottava per questi. E a volte ci si faceva anche male, perché pure questo va detto. Ora, con una frequenza sempre più allarmante… non c’è niente. E il pericolo è perdere o dimenticarsi delle conquiste di civiltà più importanti e non fare niente per averne di nuove.
Così il mondo non va più avanti per inerzia; così il mondo si ferma o, se preferite, va avanti per apparenza.

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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07 febbraio 2007

Crepi l’avarizia!


Sarà una mia impressione, ma mi pare che a parlare di quello che avviene nel nostro comune sia sempre e solo il Sindaco. Ogni tanto c’è anche qualche dichiarazione dell’assessore Montagner, e qualcosa l’ha detta pure l’assessore Campigotto. Gliene diamo merito. Però, a parlare principalmente è sempre lui, Dalla Libera. Allora qualcuno di voi dirà: “Chiaro che parla lui: è il sindaco!”. Sì, d’accordo… ma gli altri? I vari caldodelucacasagrandenerizorz cosa fanno? Dove sono? Eh sì che da qualche parte devono pur essere! E sono convinto che qualcosa stanno anche facendo. Fatevi sentire, cari assessori! E fatevi sentire forte e chiari! Non abbiate paura di consumare troppe parole. Suvvia, crepi l’avarizia, due parole le potete pure spendere. Imparate dal Sindaco! E vorrei invitare anche i giornalisti ad insistere maggiormente su queste persone o casomai a riferirmi eventuali ostacoli che abbiano incontrato. Ma non credo ce ne siano: non mi direte mica che il Sindaco ha paura di farli parlare questi assessori?

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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04 febbraio 2007

Condonateci


Lo so che a parlare di diritto tributario il rischio abbiocco è forte, ma ci provo lo stesso. E lo faccio riportandovi l’introduzione e le conclusioni della mia tesi di laurea, rompendo così con la prassi consolidata secondo cui le tesi di laurea le leggono solo coloro che le scrivono e pochissimi altri. Tranquilli, non è niente di illeggibile o complicato. Le parti che vi riporto hanno un tono divulgativo perciò sono assolutamente comprensibili e spero tutt’altro che noiose. È solo un po’ lungo, ma ovviamente potete prendervi tutto il tempo che volete. Faccio comunque una piccola premessa. Quello che leggerete non è altro che un discorso di civiltà giuridica che ha ad oggetto l’”indisponibilità dell’obbligazione tributaria”, concetto che può sembrare difficile, ma che in realtà è molto semplice e che vi riassumo così: può lo Stato decidere, nei confronti di due persone con la stessa identica ricchezza, di chiedere ad uno 100 di tasse e all’altro, che magari ha anche evaso, 50? Buona lettura!

Per leggere il testo collegatevi al sito www.oderzopartecipa.it/tesi oppure scaricate il file pdf cliccando sulla sezione il “blog sulla carta”.

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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03 febbraio 2007

Open-minded


La tecnologia sa essere una cosa buona ed è importante conoscerla. Perché se si conosco le possibilità che offre si aprono di fronte a noi nuovi orizzonti. E il bello è che a volte sono persino gratuiti!
Prendete i computer: basta pensare a sistemi operativi come Linux e a programmi come Openoffice.org o browser come Mozilla, che sono chiamati software “Open Source”.
Molte persone li usano, funzionano bene e non costano niente! Stanno prendendo piede tra gli utenti domestici, tra i professionisti e persino nelle amministrazioni statali.
Paesi come la Norvegia, la Francia, la Germania, il Venezuela si stanno dirigendo proprio verso questa strada dell’OpenSource.
Inoltre esistono anche tipi di computer diversi da quelli, per così dire, “tradizionali”. Un esempio sono i Macintosh. Hanno un sistema operativo estremamente stabile e facile da usare e sono dotati di processori tra i più veloci attualmente in commercio, capaci peraltro di far girare anche altri sistemi operativi come Windows. E vi assicuro che ciò lo dico solo e semplicemente per informarvi dato che non sono amministratore delegato della casa produttrice (magari!).
Perciò visto che di cose utili e interessanti ce ne sono, e visto che si può anche risparmiare lancio una proposta al nostro Comune, perché dia il buon esempio:
1- che venga adottato come suite per l’uffico, in sostituzione di quelle a pagamento, il programma gratuito “Openoffice.org” (capace anche di leggere i file provenienti da Microsoft Office; esistono versioni per vari sistemi operativi come Windows, Linux e Mac OSX);
2- che non si spendano soldi in nuovi sistemi operativi e che si sostituiscano i vecchi con quelli gratuiti come Linux;
3- che nell’acquisto di nuovi computer si consideri l’opportunità di investire su macchine diverse dai tradizionali PC, come i Macintosh.

Tutto qui: tre piccole regole che assecondano principi di economicità e di efficienza.

Io partecipo
Alessandro Marchetti

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